Madre di due figli
Accompagnata da altre due donne, una 60 enne britannica sorda ha portato a termine la traversata in barca a remi dell’Atlantico; ed è entrata con le due compagne nel Guinness mondiale dei record come trio femminile più veloce, riferisce l’Agi. Mo O’Brien, originaria di Bojewyan Stennack in Cornovaglia, impiegata in una farmacia, madre di due figli, ha percorso la Talisker Whisky Atlantic, rotta di 3.000 miglia, in 49 giorni, 13 ore e 49 minuti, alternandosi ai remi con la figlia 32enne Bird Watts e un’amica Claire Allinson, 45 anni, del Devon.
Momenti difficili
La loro imbarcazione è salpata il 12 dicembre dall’isola di La Gomera, nelle Canarie, per approdare giovedì scorso sull’isola caraibica di Antigua. Una sfida nata dalla lettura di un libro su quattro donne dello Yorkshire diventate il gruppo al femminile più anziano ad aver fatto una traversata. “Le mie condizioni di salute hanno reso alcuni momenti molto più difficili. Provo sollievo ad essere qui, sulla terra ferma, ma vorrei essere ancora lì, in mare. Ho adorato”, ha dichiarato O’Brien all’emittente Bbc. Oltre al mal di mare, alle vesciche e all’estrema privazione del sonno, ha raccontato che “per l’equipaggio è stata una vera sfida imparare a gestire la mia sordita“.
Navigatrici
Durante l’intera traversata, oltre 3.000 miglia in mezzo all’Oceano, le tre donne hanno osservato turnazioni di quattro ore di navigazione alternate a due di sonno. Durante il viaggio, evidenzia l’Agi, hanno perso 12 chili. Una quarta donna, Linda Whittaker, è stata invece costretta a ritirarsi presto dalla gara a causa del mal di mare estremo. Ai media britannici, le tre navigatrici si sono presentate come “donne comuni che hanno compiuto una cosa straordinaria”. Hanno riferito poi dei loro incontri “assolutamente stupendi, mozzafiato” con animali marini, tra cui orche, squali e pesci volanti, ma anche momenti di stress molto complessi da gestire a causa della sordità di una delle componenti dell’equipaggio rosa.
Senza diagnosi
Solitamente per comunicare O’Brien usa la lettura delle labbra, ma nell’imbarcazione i rematori non si trovano l’uno di fronte all’altro, quindi non potevano parlare. Con la figlia ha dovuto imparare a comunicare senza farsi prendere dal panico. Mentre dormiva non sentiva la sveglia suonare quindi una delle due compagne di avventura doveva smettere di remare per farla alzare e dare il cambio. La donna, sottolinea l’Agi, è nata con sordità nervosa ma è cresciuta senza diagnosi: i suoi genitori pensavano che fosse timida quindi non hanno capito che non ascoltasse. Per tutta la vita la sua sordità l’ha fortemente influenzata, diventando a volte una potenziale causa di isolamento.
Impresa da Guinness
A partire da 30 anni le cure le hanno permesso di recuperare il 30% dell’udito, accompagnato però da un fastidioso rumore di sottofondo. Con alcuni strumenti tecnologici di ultima generazione, tra cui un’app sul suo smartphone e un microfono sintonizzato nel suo apparecchio acustico tramite bluetooth, O’Brien è riuscita a sentire le voci e le istruzioni delle sue due compagne di viaggio, isolate dal rumore di fondo. Lei stessa, precisa l’Agi, riconosce di essere diventata più socievole negli ultimi mesi, proprio grazie a queste apparecchiature. Il Guinness World Records non le ha rilasciato un record in relazione alle disabilità, ma uno per il primato di velocità su questa tratta. È stata la Ocean Rowing Society a confermare che O’Brien è la prima persona sorda ad aver remato in un oceano.
Fonte d’ispirazione
La società ha precisato che finora in tutto 1.083 persone nel mondo hanno già portato a termine un viaggio di questa entità, tra cui circa 440 membri di equipaggi che hanno attraversato l’Atlantico da est a ovest. “Mo è fonte d’ispirazione per molti ed è un esempio di ciò che le persone sorde possono raggiungere”, ha dichiarato l’Associazione britannica dei sordi, complimentandosi con la navigatrice. Felice e soddisfatta per essere riuscita a portare a termine un’impresa così grande, voluta per festeggiare degnamente il suo 60m° compleanno, ora sta già pensando di navigare nel Pacifico. “Perché no? Datemi una settimana per farmi una doccia e qualche vestito pulito”, ha detto la navigatrice da record, che in passato ha già partecipato ad una maratona e a un progetto di beneficenza in Kenya. “Sento solo che così si mostra alle persone che possono fare cose … qualunque sia la loro disabilità”, ha concluso O’Brien.