Di fatto, questo è particolarmente utile quando si verificano condizioni che richiedono che a tali pazienti, delicati e sensibili da questo punto di vista, vengano somministrati alcuni tipi di antibiotici. In genere, infatti, gli attuali test per il rischio di perdita dell’udito – associata alla gentamicina, attraverso la mutazione del gene MT-RNR1 – danno risultati entro un tempo variabile da tre a cinque giorni: un’attesa troppo lunga in certi casi, dal momento che le linee-guida nazionali nel Regno Unito, ad esempio, consigliano di trattare con antibiotici i bambini con sospetta infezione entro un’ora dall’arrivo nel reparto di terapia intensiva neonatale. Da questo fatto, se si dovessero attendere le informazioni al ritorno dei risultati del test, alcuni di questi piccoli potrebbero essere stati condannati alla sordità.
Ha dunque un impatto decisamente interessante il nuovo test di terapia intensiva denominato Genedrive, sviluppato da una società di diagnostica molecolare con sede a Manchester, grazie al quale si impiega meno di mezz’ora per ricevere una diagnosi di ipoacusia. Con l’ottenimento del marchio CE, l’ausilio ora può accedere alla fase della valutazione dell’implementazione da parte dei collaboratori del National Health Service della compagnia, nelle città di Manchester e Liverpool. La marcatura CE per il kit Genedrive MT-RNR1 ID indica che i suoi sviluppatori affermano che soddisfa gli standard di salute, sicurezza e protezione ambientale dei prodotti venduti all’interno dello Spazio Economico Europeo – SEE. Inoltre, apre la commercializzazione anche ai mercati non-SEE che accettano gli stessi standard e a cui Genedrive ha indicato la richiesta di ingresso.
A metà novembre 2019 è arrivato l’annuncio del marchio CE: Genedrive, che ha quote fluttuanti sul mercato degli investimenti alternativi, ha affermato che il test RNR1 è ritenuto il primo esempio di test di screening genetico commerciale progettato per l’uso in un ambiente di assistenza emergenziale infantile. «Siamo molto lieti di avere raggiunto questo importante traguardo, che ci rende pionieri nell’offrire la disponibilità del primo test genetico di assistenza acuta neonatale», ha affermato l’amministratore delegato dell’azienda che lo ha sviluppato, David Budd.
Info: Genedrive.
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