La nuova sala delle assemblee plenarie dell’Onu di Ginevra, The Hall of Qatar, progettata dallo studio di architettura Peia

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L Onu vive e sopravvive con il contributo proporzionale alla propria ricchezza di ognuno dei 193 stati membri e con donazioni. Grazie alla donazione del Qatar, la Sala XIX delle Nazioni Unite a Ginevra è stata completamente rinnovata con il progetto dello studio di architettura PEIA800 posti, 320 posti e scrivanie per i delegati degli Stati, più altrettanti assistenti, oltre a osservatori e stampa, fanno di questa sala per le assemblee plenarie di 4000 metri quadrati, la più grande sala con la tecnologica più avanzata dell’Onu.

Il design architettonico riflette gli ideali delle Nazioni Unite attraverso il suo disegno circolare concentrico e radiale che esemplifica il concetto di uguaglianza. Invece di tanti banchi con raggi diversi è stato progettato un singolo modulo per membro aggregabile agli altri, per promuovere l’individualità e l’identità delle nazioni, ed esprimere la forza dell’unione come unico corpo per risolvere insieme i problemi del mondo

Le caratteristiche chiave di questo spazio sono la sua capacità di fornire il maggior numero di posti, l’accessibilità in sedia a rotelle, la dotazione di dieci cabine di traduzione simultanea tra cui una dedicata agli interpreti della lingua dei segni, stabilendo i nuovi standard di inclusività nell’organizzazione.

E’ stato installato un sistema di illuminazione per massimizzare il comfort durante le sessioni di riunione. Utilizzando il sistema di illuminazione circadiano, la sala può attraversare diversi scenari di illuminazione che imitano il sorgere e il tramonto del sole che enfatizzano l’irregolarità scultorea del soffitto. Al fine di introdurre un’altra fonte di luce confortevole, è stato introdotto un sistema di apertura automatico e motorizzato per offrire una vista sul parco, il lago di Ginevra e verso il maestoso massiccio del Monte Bianco.

Un’ulteriore caratteristica dello spazio sono le elevate prestazioni acustiche: con l’aiuto di un software parametrico, la forma e l’aggregazione di 7 mila sottili pannelli in legno aggregati con una tecnologia particolare che li rende “mobili”, permette la gestione di alte e basse frequenze nella dinamica architettura lignea del soffitto e delle pareti interne, che hanno rivestito le pareti originali.

I pannelli formano “onde” che cambiano forma in base alla differenziazione dell’acustica dello spazio circolare, ma contengono anche un significato simbolico che allude agli sforzi delle Nazioni Unite per promuovere e facilitare risoluzioni pacifiche e diplomatiche.

Attenta anche la riprogettazione delle sedie, con un omaggio al lavoro di Charlotte Perriand che ha collaborato al progetto dell’Edificio E negli anni 60 e 70. La Perriand era assistente di Le Corbusier, maestro del movimento moderno che ha fatto parte con Oscar Niemeyer del team di progettisti della sede delle Nazioni Unite a Ney York (1948- 1952).

Le nuove sedie e arredi sono un progetto specifico di estrema complessità per i requisiti ergonomici, il risparmio di spazio in accordo con la pianificazione funzionale dell’intero spazio nel rispetto delle regole e strategie di sicurezza ed evacuazione, il comfort per lunghe sessioni, flessibilità e accessibilità ai disabili anche con la possibilità di rimuovere qualsiasi sedia in pochi secondi per essere sostituita da un sedia a rotelle e la rimozioniìe di materiali tossici dei pezzi originali, tutti fattori che hanno reso necessaria la sostituzione degli arredi originali.

Una trentina di sedie originali progettate dalla Perriand, restaurate e bonificate, hanno una seconda vita per visitatori e scuole che possono partecipare alle assemblee delle Nazioni Unite dall’alto del mezzanino.

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