Il governo ha infatti deciso di inserire la lingua dei segni (l’idioma segnato utilizzato dalle persone sorde per comunicare tra loro e con gli udenti) nella costituzione del paese, ricevendo così la stessa importanza e tutela di quella parlata.
La richiesta, portata avanti dalla Federazione delle associazioni dei sordi e degli audiolesi della Slovenia, ha finalmente trovato un riscontro positivo da parte del parlamento sloveno che ha prontamente sottolineato sul profilo Twitter che grazie alla nuova modifica costituzionale i cittadini del paese potranno trovare pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali previste dalla Convezione sui diritti delle persone con disabilità.
Le stime dicono che in Slovenia sono circa 75.000 le persone con un apparecchio acustico e quasi un migliaio di persone sorde o sordocieche che utilizzano la lingua dei segni.
La modifica costituzionale è stata fortemente voluta dalle associazioni per i diritti dei disabili slovene poiché ritenuta utile per risolvere problemi legati all’assunzione e all’istruzione delle persone sorde e ipoudenti, permettendo ai bambini e bambine di apprendere nella propria lingua madre, dando un giusto valore alla lingua dei segni.
La ministra del lavoro Ksenija Klampfer, che ha da subito sostenuto il provvedimento presentato il parlamento ha così commentato: “In qualità di ministro responsabile per le persone con disabilità, sono estremamente soddisfatta che il governo abbia deciso di sostenere questa iniziativa. E’ una decisione molto importante perché il diritto all’utilizzo della lingua dei segni è essenziale per l’integrazione sociale e l’esercizio dei diritti fondamentali. Si tratta di un chiaro segnale da parte dello Stato, di rispetto dei diritti umani e delle minoranze“.
Nel mondo le comunità di sordi non hanno una lingua comune. Ogni paese ha infatti una lingua dei segni diversa, con segni e rappresentazioni diverse da nazione a nazione. In Italia l’idioma segnato prende il nome di LIS (Lingua Italiana dei segni) ed oltre ad essere utilizzata nel nostro paese viene utilizzata anche a San Marino, in Svizzera nel Canton Ticino e presso la Città del Vaticano.
A differenza della Slovenia, la lingua utilizzata dai sordi in Italia non è stata ancora normata a livello legislativo e non ancora riconosciuta lingua ufficiale a livello costituzionale.
L’ultimo tentativo, approvato al Senato nell’ottobre 2017 ma ancora non passato alla Camera, è stato il Ddl n.302 dal titolo “Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche“