Nell’interno di Bali c’è un villaggio con un’altissima componente di persone affette da sordità. È un problema generico, anche se per loro è tutta colpa di una generazione. Ma a differenza di altre zone del mondo, i sordomuti sono integrati benissimo e riescono a comunicare con tutti
Linguaggi dei segni ce ne sono tanti. Ma il Kata Kolok è unico al mondo per una ragione molto semplice: è usato da 44 persone su tutto il pianeta e, soprattutto, viene compreso anche dai vicini e parenti che sordi non sono. Succede a Bengkala, un paesino nell’interno della costa di Bali.
Qui le persone affette da sordità sono numerose e, a causa di un gene recessivo nella popolazione, lo sono da sei generazioni. Loro parlano di una “maledizione”, che colpirebbe un bambino su 50 nati. In ogni caso, a differenza di tanti altri nelle loro condizioni, i sordi di Bengkala possono comunicare con tutti gli altri 3mila abitanti, e tutti comunicano con loro, grazie al Kata Kolok.
Il linguaggio è intuitivo e lo può capire anche un passante appena arrivato: per dire “uomo”, si tende un dito. Per dire “padre”, lo stesso dito finisce sulla bocca, a forma di baffo. “Donna” – nessuno si scandalizzi – sono due dita che si sovrappongono, lasciando un’apertura, e “madre” due mani a forma di coppa. Per dire “ho sete” basta accarezzarsi il collo, e se qualcuno vuole un caffè deve picchiettarsi la testa con un dito. Proprio come, qui in occidente, si farebbe per dire che qualcuno è un po’ matto.
La forza del Kata Kolok, in più, risiede del grande rispetto di cui godono i sordi nella comunità. Prima di tutto, a causa della loro prestanza fisica: a loro vengono affidati i lavori più faticosi, soprattutto quello di scavare fosse per i morti. M la loro vera dote sarebbe, in realtà, un’altra: grazie alla sordità sarebbero immuni ai sussurri e ai consigli malefici degli spiriti cattivi. Non sentono, non sono influenzabili. E mantengono così, grazie a una credenza popolare e a un linguaggio semplice, un ruolo importante nel villaggio.
Dovrebbe essere così ovunque.
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