Carlos Carreras è un interprete performer di francese, Lingua dei Segni Francese (LSF) e spagnolo. Si è diplomato all’ESIT (Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori) di Parigi e ha conseguito la laurea in interpretariato e traduzione nella combinazione francese – Lingua dei Segni.
I suoi ambiti di specializzazione sono: scienze, arti e cultura, spettacolo, politica, economia e settore sociale. Ha iniziato a lavorare come interprete alla fine degli anni novanta, prima per un’associazione di Parigi e in seguito presso un istituto bilingue e un’associazione di sordi. Successivamente si è trasferito a Toulouse dove ha lavorato tre anni come interprete per la cooperativa Interpretis. Nel 2008-2009, a Montpellier, ha fondato la cooperativa DES’L insieme ad altri due colleghi. Ha sempre lavorato in team, ma da ottobre scorso ha scelto di dedicarsi a un nuovo progetto.
1. Come viene inquadrato a livello professionale l’interprete di Lingua dei Segni Francese (LSF)?
Qui in Francia l’interprete può essere:
libero professionista, ovvero quando lavora per conto proprio;
lavoratore dipendente con contratto a tempo determinato o indeterminato presso associazioni, agenzie di interpretariato, centri educativi specializzati e/o cooperative (SCOP in Francia).
2. In genere gli interpreti lavorano di più come freelance o come dipendenti?
La maggior parte lavora come freelance, ma in Francia sono sempre di più le SCOP che assumono interpreti. A breve si creerà una cooperativa nazionale cui fanno capo una quindicina di agenzie di interpretariato presenti sul territorio e che consta di oltre 120 interpreti, pur considerando che in Francia ve ne sono all’incirca 400.
3. Cosa è cambiato dopo il riconoscimento della LSF avvenuto nel 2005?
Quasi niente. La LSF è stata riconosciuta a livello educativo ma finisce qui. Dal 2008 è diventata materia scolastica (corso opzionale) e si può studiare dal liceo a seguire. Per quanto riguarda una maggior presenza di interpreti non è cambiato niente.
4. L’interprete gode di tutela e riconoscimento professionale?
Di sicuro è una professione riconosciuta dalla comunità sorda, ma è ancora poco visibile al grande pubblico e considerata pochissimo dai media.
5. Esiste un’associazione di categoria?
Sì, l’AFILS (Associazione Francese degli Interpreti di Lingua dei Segni) ed è l’unica a livello nazionale.
6. Quale ruolo svolge?
L’AFILS ha una funzione essenzialmente rappresentativa. Non ha poteri particolari, bensì una vocazione volta al sostegno della professione nonché alla rappresentanza della stessa dinanzi a organismi ministeriali, associazioni di sordi, eccetera.
7. Da un punto di vista legislativo vi sono dei richiami alla professione di interprete della Lingua dei Segni?
Nessuna legge specifica ma la nostra associazione di riferimento (AFILS) ha stabilito un codice deontologico cui attenersi.
8. Come sono i rapporti tra interpreti e sordi?
Direi piuttosto buoni, in linea di massima. Poi tutto dipende dalle regioni. Non tutte le città sono uguali. Toulouse, ad esempio, è una delle città in cui la comunità sorda “vive al meglio”. Poi c’è Parigi dove si concentra gran parte degli interpreti.
9. Quali sono i servizi offerti alla comunità sorda in ambito pubblico?
Ventidue ospedali sono accessibili ai sordi grazie alla presenza di interpreti, personale medico segnante e mediatori sordi. Inoltre gli enti pubblici sono soliti istituire dei bandi di concorso ai quali rispondono le agenzie di interpretariato locali. Le università stipulano invece delle convenzioni con agenzie di interpreti affinché agli studenti sordi sia garantito il servizio di interpretariato durante i corsi, soprattutto quelli della laurea magistrale. I sordi segnanti hanno diritto all’interprete all’università ma raramente al 100%, dipende poi dalle singole regioni. Va specificato che tali servizi venivano erogati già prima che la LSF fosse riconosciuta.
10. Come si diventa interpreti di Lingua dei Segni in Francia?
In Francia la formazione degli interpreti passa dall’università. Nello specifico sono quattro gli atenei che propongono un percorso ad hoc (Master en Interprétation, ossia una laurea magistrale in Interpretariato): due a Parigi, uno a Rouen e un altro a Lille. Alcune università, Lille è una di queste, si occupano anche dell’aggiornamento professionale degli interpreti.
11. In ambito scolastico l’interprete può ricoprire anche altre mansioni?
Solitamente no, si limita a svolgere unicamente la funzione di interprete. Poi dipende sempre dalle strutture di riferimento, che siano istituti bilingue o specializzati.
12. Gli interpreti udenti possono insegnare la LSF?
Nessuno lo impedisce ma in genere non si fa. Sono i docenti sordi a occuparsi di questo e talvolta alcuni insegnanti udenti che hanno superato il CAPES (concorso per l’insegnamento della LSF a scuola).
13. Vi sono occasioni di incontro tra interpreti francesi e colleghi europei?
So di interpreti francesi che prendono parte alle attività organizzate da EFSLI (Forum Europeo degli Interpreti di Lingua dei Segni), altrimenti sono rare le occasioni in cui si incontrano interpreti di altre nazionalità. Nel mio caso ho avuto modo di lavorare con interpreti anglofoni, spagnoli, argentini e uruguaiani.
14. Di solito gli interpreti di LSF riescono a vivere di questo mestiere o si vedono costretti a esercitare altre professioni?
In Francia per la maggior parte degli interpreti questa è la prima e unica occupazione. Eppure sono a conoscenza del fatto che alcuni colleghi di altri paesi siano costretti a fare anche altro. Ci sono invece interpreti, come me del resto, che svolgono seconde attività ma per loro scelta e non perché non ci sia richiesta. Faccio questo mestiere da più di vent’anni e il lavoro non mi è mai mancato. Ovviamente la situazione cambia da regione a regione perché da alcune parti si fa più fatica a trovare un impiego, così come per altri mestieri. Nelle grandi città c’è un’alta concentrazione di interpreti proprio perché vi abita un maggior numero di sordi.
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