Iran, le persone con disabilità affrontano discriminazioni, abusi, insulti, umiliazioni

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BRUXELLES – Le persone con disabilità in Iran affrontano discriminazioni, abusi e ambienti inaccessibili. Lo affermano e lo dimostrano Human Rights Watch (Hrw) e il Centro per i diritti umani iraniano (Iran Human Rights – Ihr) in un rapporto congiunto pubblicato oggi. Rapporto che probabilmente, depurato forse dei casi di abusi, insulti e umiliazioni subite da cittadini affetti da invalidità, evocati nella relazione di Hrw e Ihr, potrebbe essere perfettamente sovrapponibile alla situazione che molte persone disabili incontrano nel nostro Paese.

Bruxelles, Parlamento Europeo

Le responsabilità degli operatori sanitari. Al dossier, di 72 pagine è stato dato il titolo  “Io sono ugualmente umano: discriminazione e mancanza di accessibilità per le persone con disabilità in Iran”. Nelle pagine vengono documente le barriere quotidiane che le persone con disabilità incontrano quando si recano negli uffici pubblici, nei centri sanitari e quando utilizzano i mezzi pubblici. Le persone con disabilità subiscono regolarmente stigmatizzazioni e discriminazioni da parte di assistenti sociali, operatori sanitari e altri, affermano in sostanza gli autori del rapporto. Molti rimangono blocatti nelle loro case, incapaci di vivere in modo indipendente e di partecipare alla società su una base di uguaglianza con gli altri. Le autorità iraniane – si legge nel dossier – dovrebbero immediatamente modificare le leggi e le pratiche discriminatorie e creare un piano chiaro per rendere accessibili servizi e strutture pubbliche

Le interviste: “Tagliati fuori dalla società”. “Le persone con disabilità in Iran sono tagliate fuori dalla società a causa della discriminazione e di edifici e servizi pubblici inaccessibili”, ha detto Jane Buchanan, vice direttrice dei diritti dei disabili di Human Rights Watch. “Il governo dovrebbe pronunciarsi esplicitamente contro ogni discriminazione verso le persone con disabilità. Insomma, un piano chiaro e temporaneo per garantire l’accessibilità ai trasporti, ai servizi sociali e all’assistenza sanitaria”. Human Rights Watch e il Centro per i diritti umani in Iran hanno condotto interviste approfondite con 58 donne e uomini con varie disabilità, nonché con difensori dei diritti e specialisti in Iran.

Insulti e umiliazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Banca Mondiale stimano che il 15% della popolazione mondiale abbia una qualche forma di disabilità. Per l’Iran, con una popolazione di oltre 80 milioni, ciò significa che circa 12 milioni di persone hanno una sorta di disabilità. Il governo non ha raccolto dati disaggregati sul numero di persone con disabilità, incluso durante il censimento nazionale del 2016. Sono stati riscontrati seri problemi nel lavoro svolto dall’Iran’s Welfare Organization, l’agenzia principale incaricata di fornire servizi alle persone con disabilità. Le persone intervistate hanno affermato che gli assistenti sociali del governo li hanno insultati e umiliati e non hanno fornito informazioni essenziali su servizi e attrezzature. Hanno affermato che i servizi e le attrezzature dell’agenzia forniti per l’assistenza sono spesso di bassa qualità, non rispondono alle esigenze delle persone e possono essere ottenuti solo attraverso procedure lunghe e complesse.

La dipendenza dagli altri. Molti degli intervistati hanno dichiarato di dover dipendere dai familiari o dagli amici intimi per l’aiuto con bisogni di base, come mangiare, vestirsi o l’igiene quotidiana. Il governo non ha stanziato risorse sufficienti per sviluppare un sistema di assistenti personali, che possono essere la chiave per l’indipendenza e l’uguaglianza di molte persone con disabilità. I trasporti pubblici, le strade e gli edifici sono spesso inaccessibili. Ad esempio, alcuni autobus hanno rampe accessibili per le persone che usano sedie a rotelle o pedoni, ma i conducenti di autobus potrebbero non sapere come aprire le rampe. Nelle città più grandi con i sistemi metropolitani, alcune stazioni hanno ascensori, ma spesso sono fuori servizio. Alcuni utenti di sedie a rotelle ricorrono all’uso di scale mobili, nonostante i pericoli.

Il caso di Hassan. Hassan (ma non è il suo vero nome), che usa una sedia a rotelle a Teheran, ha detto: “Cerco di evitare l’uso di scale mobili, ma a volte non ho altra scelta. Con la mia sedia a rotelle pesante salire sulla scala mobile sembra una missione suicida. Una volta, sono quasi caduto. Se non fossi stato fortunato, avrei potuto subire un infortunio mortale”. Le persone con disabilità fisiche spesso non possono accedere a cliniche o ospedali perché molti non dispongono di rampe o ascensori. I non vedenti e gli ipovedenti affermano di non frequentare le strutture sanitarie perché gli edifici non sono accessibili e il personale non fornisce loro l’assistenza di cui hanno bisogno.Le persone sorde e non udenti hanno affermato di non poter utilizzare i servizi sanitari in modo indipendente a causa della mancanza di interpreti del linguaggio dei segni.

L’uso e l’abuso dell’elettroshock. Lo staff medico ha la possibilità, senza subire conseguenze, di imporre un qualsiasi trattamento alle persone con disabilità senza il loro consenso informato e senza fornire loro informazioni sul trattamento stesso e sulle eventuali altre opzioni terapeudiche. Ad esempio, la terapia elettroconvulsivante – meglio conosciuta come elettroshock – viene spesso eseguita senza che ce ne sia davvero bisogno, senza consenso informato su persone con disabilità psicosociali. Il trattamento è usato negli ospedali psichiatrici di molti Paesi per trattare il disturbo bipolare e la depressione grave.

Le contromisure del governo per arginare i disagi. Il governo iraniano ha adottato alcune misure per garantire i diritti delle persone con disabilità. Un’agenzia nazionale ha iniziato a valutare l’accessibilità degli edifici pubblici. Nel marzo 2018, il Parlamento ha adottato una nuova legge sulla disabilità che aumenta le pensioni di invalidità e estende la copertura assicurativa ai servizi sanitari connessi alla disabilità. La nuova legge, tuttavia, non proibisce esplicitamente le discriminazioni. Altre leggi e politiche restano discriminatorie e alcune includono un linguaggio dispregiativo, come “ritardato mentale”, “paralizzato” e “pazzo”. La Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Iran nel 2009, vieta la discriminazione e garantisce la diritto delle persone con disabilità di vivere in modo indipendente e di essere inclusi nella comunità su base di uguaglianza con gli altri.

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