Una forma di terapia genica mirata, basata sulla tecnica Crispr/Cas9, è stata usata con successo per restituire l’udito ad alcuni topolini sordi. L’esperimento, di cui dà notizia Nature, apre la strada a prospettive inedite per la cura di varie forme di sordità, in particolare di quelle ereditarie per cui ad oggi non esistono terapie
di Chiara Palmerini
Il gruppo di ricercatori di varie università americane e cinesi ha utilizzato topi geneticamente modificati del ceppo Beethoven, chiamati così perché affetti da una mutazione che li rende progressivamente sordi, come accadde al grande compositore. La differenza di una sola lettera, vale a dire una base del Dna, nel gene TMC1, è sufficiente a provocare alterazioni che portano, col tempo, alla perdita dell’udito.
La mutazione è, in questo caso, di tipo dominante: basta una sola copia del gene mutato, trasmessa da un genitore, perché il figlio ne sia affetto. Il gene produce infatti un malfunzionamento della proteina che, nelle cellule della coclea, l’organo che nell’orecchio costituisce l’interfaccia tra cervello e suoni, consente la corretta trasmissione delle onde sonore
Taglia e cuci genetico. Nel loro tentativo, i ricercatori hanno iniettato nelle orecchie dei topi appena nati, veicolandoli all’interno di goccioline lipidiche adatte a penetrare nelle cellule della coclea, i componenti del sistema di editing del genoma: l’enzima Cas9 addetto a tagliare l’elica del Dna, e la guida a base di Rna per indirizzare le forbici molecolari proprio nel punto preciso su cui intervenire.
In questo modo, il gene mutato contenente la lettera “sbagliata”, il nucleotide adenina (A), è stato disattivato, e si è lasciata agire la sola versione sana contenuta nelle cellule.
intervento riuscito. L’esperimento ha funzionato. I ricercatori hanno riportato che, sebbene l’aspetto delle cellule dei topi malati e quelli su cui era stato fatto l’intervento fosse simile, i secondi hanno dimostrato di sentire: a differenza dei loro compagni, venivano spaventati da un forte suono improvviso.
Con ulteriori verifiche tecniche, gli scienziati hanno confermato che l’udito dei topolini era notevolmente migliore rispetto a quello degli altri animali. Questi risultati sono stati ottenuti nonostante l’intervento di terapia genica avesse riguardato una percentuale piuttosto bassa di cellule della coclea.
Secondo gli scienziati, questo è particolarmente incoraggiante, perché significa che per ottenere una cura non è necessario agire su tutte le cellule. Ci vorranno ancora tempo e ricerche prima che si possa pensare a test clinici di questa terapia sull’uomo, ma la strada sembra segnata. La sordità, come già alcune forme di cecità, potrebbe essere uno dei primi obiettivi di terapia genica con i nuovi strumenti di editing del genoma.