Reggeva in mano un tubo di ferro e si trovava nella veranda di casa sua. I poliziotti gli hanno ordinato di sdraiarsi per terra e gettare quella che credevano fosse un’arma, ma lui non poteva sentire o ribattere perché sordomuto. Vedendolo avanzare, gli agenti hanno allora sparato, uccidendolo.
Il fatto è accaduto in Oklahoma, sotto lo sguardo inerme e sconvolto dei vicini di casa di Magdiel Sanchez, che continuavano a urlare agli ufficiali che lui “non può sentirvi”. La polizia lo aveva raggiunto a casa perché suo padre era stato coinvolto in un incidente ed era poi fuggito dal luogo dello scontro. Gli ufficiali credevano che lui avesse intenzione di colpirli con il tubo di ferro che teneva in mano e – ignorate le intimazioni di sdraiarsi per terra – hanno allora colpito il 35enne con un teaser e diverse pallottole.
“Abbiamo dato comandi verbali all’individuo, chiedendogli di gettare l’arma”, ha raccontato il capitano Bo Mathews in conferenza stampa, “Ma il signor Sanchez ha continuato a muoversi verso di noi. I vicini urlavano che lui non poteva sentirci”.
Nonostante l’ammissione di responsabilità, Mathews ha difeso gli ufficiali che, a differenza sua, hanno premuto il grilletto: “In quei momenti così frenetici, quando hai un’arma, puoi incorrere in quella che chiamano “visione tunnel”: riesci a concentrare l’attenzione solo su chi rappresenta la minaccia. Molto probabilmente davvero non hanno sentito le parole urlate dalle persone intorno”.”Il ragazzo si esprimeva a gesti”, ha spiegato il vicino alla stampa, “Non parla, non sente, agita solo le mani: è così che si esprimeva. Credo fosse frustato in quei momenti in cui non riusciva a capire cosa stesse accadendo. Non avrebbero dovuto sparargli”.
Il padre del signor Sanchez aveva avuto un incidente, ed era fuggito dal luogo dello scontro. Nessun altro era rimasto coinvolto. Il figlio non si trovava in macchina con lui e non aveva precedenti penali. I due ufficiali coinvolti nella sua uccisione sono stati al momento congedati ed è stata aperta un’indagine.