Da oggi la lingua dei segni ha una voce. Merito di Mohamed Elwazer, 28enne rampante imprenditore, sociale, egiziano, che ha inventato un dispositivo per tradurre i segni in parole e viceversa.
di Ilaria Lonigro – 31.07.2017
Si chiama KinTrans. Che, come fanno alcune consolle di giochi, legge i movimenti nello spazio grazie a un controller senza fili.
E, questa la novità, li ripete ad alta voce o li trascrive per chi non parla il LIS e fa lo stesso al contrario. In totale riservatezza, senza bisogno di un interprete e senza registrare le conversazioni. Bastano una connessione wifi e una presa elettrica.
Con un’idea così, Mohamed Elwazer ha conquistato la copertina di Forbes: “La start up più promettente nata negli Emirati Arabi Uniti”. È qui, infatti, che Elwazer con il motto “hands can talk”, le mani possono parlare, ha trovato gli investitori per mettere a punto il progetto nato, come lui stesso racconta, quasi per caso: “mi ricordo di alcuni bambini che cercavano di parlare con i segni a un poliziotto ma lui non poteva capire quello che dicevano”.
Il sistema riconosce già migliaia di segni statunitensi e arabi con il 98% di affidabilità ed è già all’opera in alcune banche e uffici pubblici statunitensi e degli Emirati.
“Mi piacerebbe che fosse introdotta negli aeroporti e nelle stazioni” ha detto Victor Sitali, un pittore sordo che per primo ha testato il nuovo dispositivo.
Se la mission di KinTrans (oggi disponibile solo per le aziende e non per i privati) è nel futuro aiutare i 13 milioni di sordi americani, il prossimo passo è creare una app per gli smartphone: “così se un sordo fa una telefonata per una consegna o chiama un’ambulanza, può fare i segni al cellulare”. Dite voi se questa non è una rivoluzione!