Da una folla di 1850 nuotatori americani che cercano uno dei 52 pass olimpici per Rio può emergere la commovente storia di Marcus Titus, che sta per vivere comunque un sogno: da sordo è in finale nei 100 rana col settimo tempo in 1’00”19, con sei avversari davanti che nuotano già sotto il minuto e quindi con poche speranze di arrivare tra i primi due (Cordes e Miller favoriti).
Lui nuota per la Tucson Ford Dealers Aquatics, è nato il 30 maggio 1986, non è più giovanissimo ma non è mai troppo tardi per stare in mezzo ai grandi pur avendo un handicap. Sordo dalla nascita, vive il suo isolamento felice e quasi pensa di tramutarlo in vantaggio: «Io non sento la folla, i rumori, le distrazioni, posso concentrarmi come nessuno sulla gara». Comunque vada a finire, resterà fonte di ispirazione per i disabili: «E’ qualcosa di impressionante per me, poter comunicare il linguaggio dei segni». E questa, in fondo, è la sua vittoria vera, la più importante
impegno — Nato a Tucson, in Arizona, è un messaggero di speranza per chi condivide la sua condizione: non nuotava fino alla prima dell’High School. «Per me essere sordi non è un handicap, è solo l’assenza dell’udito, ma può succedere a chiunque di perderlo. Ciò che conta è solo la disciplina, la passione per ciò che fai e per come cresci. Ho avuto allenatori incredibili che hanno saputo supportarmi e grazie ai quali posso continuare a nuotare». Quando a tre anni, i genitori di Titus accettarono che non ci sarebbe stato più niente da fare, s’impegnarono a garantire al figlio una vita normale, la più normale possibile. La madre Mieko è stata decisiva per spingere il figlio a provare con la piscina: «Così ha trovato nel nuoto la passione della sua vita». E Marcus: «Ho trovato la sensazione piacevole di vincere, questo è stato ciò che mi ha fatto andare avanti». Marcus è stato inserito in un programma di raduni collegiali in Arizona il cui allenatore era Frank Busch, ora d.t. della nazionale americana. «Marcus è sempre stato uno che avrebbe trovato una via, ce l’avrebbe fatta. Non s’è mai riposato, s’è sempre impegnato ed è questo che ho sempre ammirato di lui».
lotteria — L’unico problema era trovargli qualcuno che potesse sostenerlo nel linguaggio dei segni, avere sempre qualcuno a fianco. «In realtà non abbiamo fatto niente di diverso per lui, perché lui non è un portatore di handicap». Titus ha potuto completare la sua carriera universitaria, ha partecipato ai campionati Ncaa nel suo secondo anno e ha debuttato anche in gare internazionali Deaf del 2011 dove, dopo un’accurata selezione, ha vinto 5 gare e preso un 2° e due terzi posti con le staffette. Ha migliorato anche alcuni record mondiali per nuotatori sordomuti. «Ora spero di essere un modello per i più giovani, spero che questa finale ai Trials possa aumentare la loro motivazione a crederci, se ci sono riuscito io possono riuscirci anche loro». Alla terza partecipazione ai Trials, è riuscito insomma a stare in una finale che vale l’Olimpiade di Rio. «E’ il sogno di ogni nuotatore americano essere qui, a 30 anni era la mia ultima occasione». Nel 2008 e 2012 sempre a Omaha si era classificato 8° e 11°. «Per arrivare tra i primi due devo fare la gara della vita, ma questo sarà comunque un grande giorno: non sarà facile vincere, è come la lotteria, anzi solo meglio!».
batterie: lochte e franklin — Nelle batterie della seconda giornata dei Trials, si qualificano per le semifinali due grandi attesi che cercano una nuova via, gli olimpionici Ryan Lochte (reduce dal flop nei 400 misti) e Missy Franklin, entrambi col 5° tempo nei 200 sl e nei 100 dorso. Nei 100 rana la più veloce è Lilly King nata nel 1997 e autrice di 1’06″45, a 12/100 Katie Meili. Nei 100 dorso si distingue il diciassettenne Michael Taylor.
LEDECKY CARICA — Scende in acqua la più attesa, Katie Ledeky e si concede nei 400 sl un 4’02″62 (58″04, 1’59″03 a +73/100 dal suo record mondiale, 3’00″43) con cui infligge 5″ alla seconda, Cierra Runge nell’ultima batteria. Nessuna può tenere testa alla campionessa e primatista mondiale (3’58″37) che avrà risparmiato energie per tentare il primo record di questi Trials: Leah Smith è a 4’03″14, Allison Schmitt, medagliata a Londra, a 4’06″66. “Volevo solo rompere il ghiaccio, vedremo stasera, di sicuro voglio andare più veloce” dice la fenomenale teenager che detiene 8 delle primo 10 prestazioni di tutti i tempi (le restanti due sono di Federica Pellegrini, già detentrice mondiale e ora solo europea in 3’59″15 e prima donna sotto i 4 minuti, nel 2009).
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