Covid-19 aumenta il rischio di sordità nei giovani: lo studio

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Il risultato principale dello studio è che i problemi di udito si sono verificati con una frequenza tre volte superiore tra coloro che avevano contratto il virus Sars-CoV-2 rispetto a chi non aveva avuto l’infezione

di Francesca Zavettieri
Redazione Meteoweb.eu

Un recente studio condotto in Corea del Sud ha portato alla luce un’importante connessione tra l’infezione da Covid-19 e l’aumento dei problemi di udito, tra cui la sordità, rivelando che i giovani adulti sono particolarmente vulnerabili. L’analisi ha esaminato i dati di 6,7 milioni di individui di età compresa tra i 20 e i 39 anni, monitorando i casi di sordità e ipoacusia neurosensoriale tra gennaio 2020 e dicembre 2022

Covid e sordità

Il risultato principale dello studio è che i problemi di udito si sono verificati con una frequenza tre volte superiore tra coloro che avevano contratto il virus Sars-CoV-2 rispetto a chi non aveva avuto l’infezione. In particolare, i dati mostrano che durante il periodo di studio sono stati registrati 38.269 casi di sordità e 5.908 casi di ipoacusia neurosensoriale, una condizione che provoca danni al nervo acustico, alterando la percezione delle frequenze e rendendo i suoni distorti.

Recenti report clinici hanno documentato una perdita dell’udito improvviso in giovani adulti, senza precedenti, dopo l’infezione da Covid-19, suggerendo che questi disturbi siano emersi sempre più come un nuovo problema di salute pubblica in seguito alla pandemia“, spiegano i ricercatori nel loro studio pubblicato su eClinicalMedicine, del gruppo Lancet.

L’analisi ha inoltre rilevato che i giovani adulti con condizioni preesistenti, come il diabete o anomalie nei livelli di colesterolo, sono particolarmente a rischio di sviluppare ipoacusia neurosensoriale dopo l’infezione. I ricercatori sottolineano l’importanza di monitorare questi pazienti e di considerare “uno screening e un follow-up adeguati” per identificare e gestire tempestivamente i problemi di udito.

Questi risultati sollevano la necessità di ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi biologici attraverso i quali il Sars-CoV-2 può influenzare l’udito. In particolare, gli esperti auspicano l’uso di dati audiologici oggettivi e un periodo di follow-up più lungo per approfondire le implicazioni a lungo termine dell’infezione da Covid-19 sull’udito.

 

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