Morbillo, in Europa i casi sono saliti di 60 volte tra il 2022 e il 2023

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Intanto, a Milano è tornato il morbillo. Da settembre 2023 a marzo 2024, sono stati registrati 30 casi di infezione

Nel 2023 il numero di casi di morbillo in Europa è aumentato di 60 volte rispetto al 2022.

È quanto si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione europea, dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unicef in occasione della European immunization week 2024 (21-27 aprile). La crescita dei casi è la conseguenza del fatto che “negli ultimi tre anni più di 1,8 milioni di bambini nella regione europea dell’Oms non hanno potuto vaccinarsi contro il morbillo”. Le tre istituzioni sottolineano quindi: “La nostra determinazione a garantire i benefici della vaccinazione a tutti e ovunque non deve vacillare”.

La dichiarazione congiunta

“L’istituzione del Programma ampliato di immunizzazione (EPI), 50 anni fa, ha rappresentato un momento cruciale nella storia della salute pubblica e ha salvato milioni di vite a livello globale ogni anno. Nel 1974, solo il 5% dei bambini del mondo era stato vaccinato contro difterite, tetano e pertosse. Oggi questa percentuale è salita a quasi l’85% dei bambini nel mondo e al 94% nella regione europea dell’OMS. Solo cinque anni dopo l’introduzione dell’EPI, il vaiolo è stato eradicato. Da allora, il raggio d’azione geografico del poliovirus selvaggio si è ridotto a soli due Paesi e la minaccia di diverse gravi malattie infettive dei bambini è diminuita drasticamente. La continua innovazione nel campo dell’immunologia ha portato allo sviluppo di vaccini in grado di proteggere da un numero ancora maggiore di malattie, aprendo la possibilità nella regione europea di eliminare l’epatite B e il cancro alla cervice uterina nel prossimo futuro. Mentre celebriamo questi risultati monumentali, che hanno protetto la salute di più generazioni, rimaniamo sulla scia della pandemia da COVID-19 e del suo impatto senza precedenti sulle nostre società ed economie, sui sistemi sanitari e sulla fornitura di assistenza sanitaria”, si legge nella dichiarazione congiunta firmata da Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Regina De Dominicis, direttrice regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale, e Stella Kyriakides, commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare.

“In un contesto di crisi multiple e di diffusione della disinformazione nella regione, l’Oms, l’Unicef e la Commissione europea si impegnano a continuare a lavorare insieme, in stretta collaborazione con gli Stati membri in tutta Europa, per sostenere i sistemi sanitari e garantire un accesso equo ai servizi di vaccinazione. Insieme, continueremo a sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici della vaccinazione e a rafforzare la fiducia nei vaccini per sostenere la domanda pubblica di vaccini, ora e in futuro. Allo stesso tempo, continueremo a contribuire a garantire che i sistemi sanitari siano adeguatamente preparati per qualsiasi epidemia e pandemia futura. Nel nostro obiettivo comune di garantire vite più sane e sicure alle generazioni attuali e future, è indispensabile che la vaccinazione rimanga una pietra miliare della salute pubblica”, concludono Kluge, De Dominicis e Kyriakides.

A Milano è tornato il morbillo: 30 casi da settembre

Dopo essere praticamente sparito durante la pandemia, dall’autunno dello scorso anno a Milano è tornato il morbillo. Da settembre 2023 a marzo 2024, secondo un’analisi pubblicata su Eurosurveillance, rivista dello European Centre for Disease Prevention and Control, sono stati registrati 30 casi di infezione, più di un terzo di tutti i casi registrati da agosto 2019 ad agosto 2023. Tredici dei casi sono stati confermati dalle analisi. Per otto di loro è stato necessario il ricovero.

Secondo la ricerca, coordinata dall’Università degli Studi di Milano, la gran parte delle persone infettate sono adulte (con un’età media di 33 anni) e la maggioranza delle infezioni è correlata a viaggi all’estero (Indonesia, Malesia, India, Uzbekistan, Thailandia). Non mancano però i casi autoctoni. Due, in particolare, sono stati confermati e le analisi genetiche hanno mostrato che i due pazienti sono stati infettati dallo stesso ceppo del virus del morbillo. Nonostante ciò, tra i due casi non è stato rilevato nessun collegamento epidemiologico: ciò “suggerisce la presenza di casi non riportati”, sottolineano i ricercatori.

Tra le persone infettate, c’è anche un operatore sanitario che aveva ricevuto due dosi di vaccino e che probabilmente è stato infettato da uno dei pazienti ricoverati in pronto soccorso. “Il morbillo è in aumento nella Città metropolitana di Milano e nelle zone limitrofe, soprattutto tra gli adulti, coinvolgendo anche i vaccinati e gli operatori sanitari”, si legge nello studio. “Anche se non abbiamo ancora identificato epidemie estese e dirompenti, il rafforzamento della sorveglianza della febbre e delle eruzioni cutanee e le attività di vaccinazione di recupero sono fondamentali per contribuire a limitare l’impatto della trasmissione transfrontaliera a seguito di viaggi verso Paesi endemici e facilitare il controllo di nuovi focolai”, concludono i ricercatori.

Redazione Tgcom24.Mediaset

 

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