Covid, la nuova variante JN.1: sintomi e cosa sappiamo. Pregliasco: «Virus crescerà per 3-4 settimane»

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Una nuova variante Covid, denominata JN.1, si sta diffondento rapidamente in molti Paesi destando la preoccupazione degli esperti a livello internazionale. Secondo le prime osservazioni, sembra che quest’ultima variante sia maggiormente in grado di superare le barriere immunitarie che ci consentono di proteggerci da SARS.CoV.2.

Nuova variante Covid JN.1: cosa sappiamo

JN.1 è una sottocategoria della variante Omicron Pirola, identificata per la prima volta in Lussemburgo lo scorso agosto, prima di diffondersi negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in altri Paesi. JN.1 è caratterizzata da una mutazione nella sua proteina spike, che determina quanto facilmente possa infettare le cellule.

Un recente studio realizzato da alcuni scienziati giapponesi e pubblicato su “BioRxiv” lo scorso 8 dicembre ha valutato le caratteristiche virologiche della nuova variante. I risultati mostrano che JN.1 possiede una forte capacità di evasione immunitaria rispetto ad altre varianti e ciò potrebbe essere dovuto, appunto, all’acquisizione della mutazione L455S nella proteina spike. Nello studio, i virologi giapponesi affermano che la nuova variante possiede potenzialmente la capacità per diventare una variante dominante in tutto il mondo in futuro.

Diffusione preoccupante: i dati

Soprattutto nel Regno Unito, JN.1 si sta diffondendo ad una velocità allarmante: il presidente del Dipartimento Cure primarie e Salute Pubblica presso l’Imperial College di Londra, il professor Azeem Majeed, ha affermato che JN.1 «sembra essere la variante in più rapida crescita nel Regno Unito al momento». I dati mostrano che la nuova variante costituisce ormai un caso su 13 in Inghilterra, dove i contagi complessivi da Covid continuano a salire.

Negli Stati Uniti, alla fine di ottobre, JN.1 costituiva meno dello 0,1% dei virus SARS-CoV-2 in circolazione. All’8 dicembre 2023, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), il rapporto è salito al 15-29%. Il Centers for Disease Control and Prevention ha segnalato la variante come un fattore da attenzionare costantemente, afffermando però che «finora, non ci sono prove che JN.1 presenti un rischio maggiore per la salute pubblica rispetto ad altre varianti»

La situazione in Italia

In Italia non si hanno ancora dati precisi sulla circolazione della JN.1, ma sappiamo che nella settimana dal 30 novembre al 6 dicembre ci sono stati 59498 nuovi casi di Covid e ben 307 decessi causati dal virus. Secondo Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, stiamo assistendo ad una nuova ondata e «sotto Natale ne vedremo il picco».

Attualmente, la variante del Sars-CoV-2 dominante in Italia è EG.5.1, anche nota variante Eris, che discende da Omicron e rappresenta quasi il 60% dei casi. A seguire altre sotto-varianti di Omicron, come JG.3 – che discende direttamente da Eris-, varie sottovarianti XBB. e BA.2.86, anche nota col nome di Pirola.

«Dati sottostimati»: l’allarme del virologo

Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, in Italia sul fronte Covid «siamo in una fase di crescita che i dati epidemiologici non mettono così in evidenza perché c’è sicuramente una sottostima», ma che «è osservabile da tutti» e proseguirà «per almeno 3-4 settimane, considerando l’indice di trasmissibilità». Analizzando l’aumento «anche dei ricoveri e dei morti», il virologo mette in guardia sulla variante JN.1 individuata ad agosto, Credo serva grande attenzione».

I sintomi

Nel caso della variante JN.1, i soggetti contagiati sembrano manifestare principalmente sintomi correlati alla gola, tra cui faringite persistente. Stando al monitoraggio condotto da Zoe Health Study (un progetto di ricerca sanitaria della società britannica Zoe Limited) il sintomo più comune di questa nuova variante sembra infatti essere il mal di gola. È bene quindi prestare attenzione a sintomi come dolore o bruciore alla gola, anche in assenza di febbre.

Altri elementi tipici della sintomatologia della variante JN.1 sono associati alla faringite e includono congestione nasale, tosse persistente e mal di testa. Bisogna quindi prestare quindi attenzione a questi segnali, oltre a tenere a mente i sintomi “tradizionali” del Covid: febbre e spossatezza, eventuale perdita di gusto e/o olfatto e mancanza di respiro, anche se questi ultimi sembrano verificarsi in un numero limitato di casi.

La nota dell’Oms

Proprio per fare il punto su contagi e varianti in circolazione si è riunito oggi – 13 dicembre – il Gruppo consultivo tecnico dell’Oms, che segnala l’accelerazione della nuova variante JN.1. «La quota di BA.2.86 e dei suoi lignaggi discendenti, compreso JN.1, è in costante aumento», si legge nella nota diffusa oggi dall’Oms. JN.1, «rispetto ha BA.2.86, ha una sostituzione aggiuntiva nella proteina Spike», precisano gli esperti.

Redazione Leggo.it

 

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