Covid, lo studente cinese rimasto inascoltato: nel ’20 avvisò la sorda Italia

A inizio 2020, con due email, uno studente cinese avvertì i vertici della sanità italiana sui rischi del virus, ma non fu ascoltato

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Covid, l’Italia era stata allertata sui rischi del virus da uno studente cinese. Ecco chi è

Ci sono ancora dei punti da chiarire su come il Covid sia riuscito a entrare in Italia nel 2020. Nella puntata di lunedì 10 aprile, a Report si parlerà dell’identità dello studente cinese che nel gennaio 2020 avvisò i vertici della sanità italiana sui pericoli del Covid.  Soprattutto si cercherà di fare chiarezza sul perché non fu ascoltato.

Qualcuno in Italia aveva ben chiaro il rischio per la salute pubblica. Lo studente cinese, originario dell’Hubei, provò a lanciare un allarme alle nostre autorità sanitarie. Il 22 e 23 gennaio 2020 scrisse due dettagliate email a Giovanni Rezza, all’epoca alto funzionario dell’Istituto Superiore di Sanità. Nelle mail la traduzione dei documenti ufficiali della Commissione Nazionale di Sanità della Repubblica Popolare Cinese.

Lo studente cinese mise in guardia l’ISS: “Il virus si trasmette facilmente tra asintomatici e i tempi di incubazione sono lunghi. Quindi i termo scanner messi in aeroporto non servivano a niente. Inoltre, suggeriva perfino di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina anche con voli indiretti. L’Italia bloccava solo i voli diretti e non controllava il resto”.

Lo studente mandò dei video di Wuhan in cui si vedevano medici allo stremo e pazienti che morivano per strada. E avvisò: “Guardate che i dati del governo sono falsati, perché i tamponi non bastavano per verificare quanti sono davvero i contagiati. Molta gente si è ammalata, ma preferisce morire in casa che ammucchiata in ospedale. Nonostante questo il nostro Paese non mette in sicurezza gli ospedali”.

 

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