Ma per gli esperti il picco di casi è dovuto a rientro immigrati
Cresce la preoccupazione a Dubai per l’aumento dei casi di coronavirus dopo le feste di Natale.
Decine di migliaia di turisti si sono riversati nell’emirato a fine anno e i contagi hanno cominciato a salire, quasi quadruplicando da novembre.
“In Europa, tutti sono chiusi a chiave in casa, fa freddo ed è grigio”, dice alla Cnn Emma Mathilde, turista danese che ha visitato spesso gli Emirati Arabi Uniti negli ultimi mesi.
“Dubai è l’unico posto in cui puoi viaggiare, quindi ci vanno tutti. C’è il sole, fa caldo e puoi andare a mangiare fuori”, ha aggiunto.
Il mese scorso, negli Emirati Arabi Uniti i casi sono aumentati da 80.000 a oltre 290.000, con più di 4.000 casi al giorno, mettendo a dura prova gli ospedali. Tuttavia, la colpa dell’aumento, secondo alcuni esperti, non è necessariamente dei turisti.
La popolazione della città è composta per circa l’85% da immigrati, molti dei quali sono tornati a casa a dicembre o hanno partecipato a cene organizzate a Natale e Capodanno con un numero alto di partecipanti. Secondo Celia Antony, un medico che esercita a Sharjah, i casi di Covid negli Emirati sono stati molto bassi ad agosto, poi hanno iniziato ad aumentare da settembre a ottobre, stabilizzandosi a novembre e all’inizio di dicembre, prima di aumentare bruscamente dalla fine dell’anno.
Il picco, sostiene, è una conseguenza inevitabile del movimento dei residenti. Anche i numeri, aggiunge, sono schizzati a seguito di un aumento dei tamponi.
Per tentare di mettere un freno all’impennata dei casi, da martedì gli stabilimenti, gli hotel e i centri commerciali sono limitati al 70% della capacità e i cinema al 50%. Bar e pub sono temporaneamente chiusi con sanzioni più severe per chi viola le regole.