Il governo argentino ha annunciato che lancerà una maxi operazione di controlli per determinare chi tra i 1.223.864 beneficiari di pensioni di invalidità lo abbia fatto in maniera irregolare. Secondo l’audit portato avanti dalle nuove autorità dell’Agenzia nazionale per le invalidità (Andis) tra il 2003 e il 2023 le pensioni non contributive per invalidità sono passate da 79.000 a oltre un milione e 200 mila: “Un numero stratosferico che non si addice neanche a un Paese che abbia sofferto guerre militari o catastrofi naturali”. Per questo si stima che almeno mezzo milione di invalidi siano in realtà falsi.
di Ivo Albertucci
Redazione La Stampa
Secondo il procuratore federale Guillermo Marijuán alla base di tutto ci sarebbe un vero e proprio schema di corruzione che vede coinvolti anche l’ex presidente Alberto Fernández, gli allora Direttori Esecutivi dell’Agenzia Nazionale per la Disabilità, Claudio Flavio Augusto Esposito e Fernando Gastón Galarraga, e l’ex Direttore Nazionale del Sostegno e degli Incarichi Economici, Paula Martínez.
In questa triste vicenda di inaccettabile scorrettezza , c’è anche un aneddoto che non è passato inosservato tanto è assurdo: tra i migliaia di file analizzati da un’équipe medica, è emerso che l’agenzia aveva autorizzato una pensione di invalidità a una persona sulla base di una radiografia di un cane. Avete capito bene: la radiografia di un cane.
Durante la conferenza stampa il portavoce presidenziale Manuel Adorni ha detto che “nel 2022, un medico di Corrientes – ovviamente di dubbia etica professionale – ha allegato al certificato che ha fatto per autorizzare una pensione per un disturbo del disco lombare e ipertensione la radiografia di un cane”.
Il portavoce ha mostrato l’immagine in conferenza stampa commentando: “Guardate la radiografia del cane che è stato usato per concedere la pensione, ha la coda del cane. Con questo hanno concesso una pensione di invalidità. Ciò può sembrare incredibile: cosa pensavano che fosse la coda del cane? Cos’era la coda secondo loro? Questo era il livello di mancanza di controllo che esisteva nelle pensioni di invalidità”.
Il fatto ha ovviamente scatenato l’ironia sui social, ma è qualcosa di cui non c’è molto da sorridere considerando che la diversione dei fondi è stata pari al 40 per cento dell’importo annuale destinato alle pensioni di invalidità non contributive, una frode per lo Stato pari a circa 3.4 miliardi di dollari all’anno.