Conigli torturati e dissanguati tra atroci sofferenze, mentre altri ancora vivi cercano di fuggire urlando: le immagini choc dell’inchiesta sui macelli

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Le immagini che Animal Equality ha registrato sotto copertura in un macello artigianale di conigli a Queretaro, in Messico, svelano le peggiori crudeltà ad animali ancora vivi e coscienti. I Paesi europei che producono e consumano più carne di coniglio sono la Spagna, l’Italia e la Francia

Conigli immobilizzati, maltrattati, torturati prima di essere sgozzati e scuoiati vivi davanti ad altri conigli ancora vivi che cercano di fuggire urlando. “Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani”, scriveva Lev Tolstoj. Eppure le immagini che Animal Equality ha registrato sotto copertura in un macello artigianale di conigli a Queretaro in Messico svelano che le peggiori crudeltà ad animali ancora vivi e coscienti vengono fatti in un luogo con pareti addirittura trasparenti, praticamente alla luce del sole. Per l’ennesima volta, quindi, dopo quelle di Essere Animali e Lav, altre immagini terrificanti grondanti sangue e violenza provengono da un luogo di allevamento e macellazione di animali usati poi come cibo. Come spiega Animal Equality “ogni anno, l’industria zootecnica messicana macella per il consumo umano più di 1 milione di conigli. Questi animali, negli allevamenti, non sono protetti da alcuna legge e subiscono una serie di pratiche che provocano loro gravi sofferenze”. È paradossale sottolinearlo, ma anche la più minima richiesta di legge – lo stordimento prima dell’uccisione – viene rapidamente saltata ed elusa in una corsa a chi è più veloce a sgozzare e scuoiare.

“I conigli non vengono storditi prima della macellazione e vengono lasciati appesi, ancora coscienti, per un tempo superiore a quello consentito”, scrivono quelli di AE nel loro comunicato che accompagna foto e video dell’inusitata mattanza. In pratica a Queretaro i conigli trascorrono la loro intera esistenza all’interno di gabbie così piccole da impedire loro i movimenti più naturali. Spesso all’interno di una stessa gabbia il sovraffollamento è tale che decine di conigli vivono ammassati gli uni sugli altri, in contatto diretto e prolungato con urine ed escrementi sul pavimento e senza un’adeguata ventilazione dell’ambiente circostante. Dopodiché giunge la loro fine mentre vengono afferrati per la schiena o per il collo per essere gettati in modo violento nelle gabbie, sbattuti contro le sbarre e immobilizzati dagli operatori: niente stordimento, quindi, con conigli che ancora coscienti vengono appesi ai ganci del mattatoio, dissanguati tra atroci sofferenze, davanti ad altri conigli che attendono il loro turno urlando e tentando di liberarsi.

Finale del film horror: la carne di queste povere bestie diventa il coniglio che finisce in mille confezioni più o meno industriali anche sulle tavole europee. “I gravi abusi fisici e psicologici che abbiamo documentato in Messico sono terribili ma non rappresentano un caso isolato. Abbiamo filmato gli stessi maltrattamenti sui conigli anche in Italia e Spagna e in tutti gli allevamenti indagati c’è un elemento comune: il trattamento crudele degli animali – dichiara Matteo Cupi, Vicepresidente di Animal Equality Europa – Le prove raccolte dimostrano ancora una volta quello che tutti sappiamo: lo sfruttamento degli animali a scopo alimentare è incompatibile con il benessere di questi ultimi, che subiscono violenze sistematiche e uccisioni brutali”.

Ricordiamo che l’Unione europea è il secondo produttore al mondo di conigli dopo la Cina. I Paesi europei che producono e consumano più carne di coniglio sono la Spagna, l’Italia e la Francia, che nel complesso coprono il 60% della produzione europea. L’Italia, da sola, nel 2023 ha macellato circa 14,5 milioni di conigli, con una concentrazione più elevata tra Veneto ed Emilia-Romagna. Ma secondo i dati Ismea, solo due famiglie su 10 comprano la carne di questi animali, considerati da molti come animali domestici.

di Redazione Il Fatto Quotidiano
di Davide Turrini

 

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