I gatti nelle case popolari di Singapore non saranno più clandestini

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Un gatto nel primo Cat café di Singapore, un bar dove i clienti possono interagire con i gatti, nel 2013 (AP Photo/ Wong Maye-E)

Il piccolo paese asiatico è noto per le sue leggi molto severe, ma da settembre quelle che vietavano tenerli come animali domestici cambieranno

Da diversi decenni le case popolari di Singapore, il minuscolo ma avanzatissimo paese del sudest asiatico, sono abitate da un particolare tipo di inquilini clandestini: i gatti domestici. Dopo una consultazione con i cittadini durata diversi mesi l’agenzia governativa che gestisce i servizi veterinari ha deciso di modificare un regolamento del 1989 che proibisce di tenere gatti nelle case di edilizia pubblica, dove vive l’80 per cento dei circa 5,5 milioni di abitanti del paese.

Attualmente tenere un gatto in una casa popolare a Singapore è punibile con una multa fino all’equivalente di 2.700 euro, anche se in realtà il regolamento è applicato quasi solo in caso di lamentele da parte dei vicini, e i gatti sono sostanzialmente tollerati dalle autorità. Solo il 12 per cento delle persone interpellate nelle consultazioni si è detto totalmente contrario alla possibilità di tenere gatti in questi appartamenti: tutte le altre si sono dette favorevoli alla possibilità di tenerne almeno uno.

Secondo le nuove regole, a partire dal primo settembre del 2024 i proprietari di gatti potranno chiedere una licenza per i propri animali: si potranno chiedere fino a due licenze, ma chi ha già più di due gatti ne potrà chiedere una sola per tutti i suoi animali, ma solo fino al 2026. Per ottenere la licenza i proprietari dovranno completare un corso di formazione online, e ai gatti dovrà essere impiantato un microchip identificativo.

La sterilizzazione degli animali sarà incoraggiata, ma non necessaria: l’agenzia dei servizi veterinari di Singapore ha fatto sapere che a seconda dei dati rilevati nei prossimi due anni potrebbe valutare se renderla obbligatoria. Saranno invece sterilizzati e sarà impiantato un microchip ai cosiddetti “gatti di comunità”, cioè quelli senza un unico padrone, di cui si prendono cura diverse famiglie.

Oltre ai due gatti si potrà tenere in casa anche un cane, ma solo di certe razze, in maniera simile alla prassi diffusa anche in alcune città cinesi. A differenza dei gatti, a Singapore i cani non sono mai stati totalmente illegali.

Il programma di edilizia pubblica di Singapore iniziò negli anni Sessanta, quando molti abitanti dell’isola vivevano in abitazioni precarie e senza servizi igienici: il divieto di ospitare gatti in casa fu introdotto nel 1989 perché i gatti «tendono a perdere pelo, urinare e defecare in luoghi pubblici» e a fare rumori fastidiosi. Le regole non riguardano le case private, ma è appunto in queste case popolari che vive la gran parte della popolazione, solitamente in appartamenti all’interno di grandi edifici di molti piani.

Un sondaggio di Euromonitor svolto nel 2023 e citato dalla televisione pubblica di Singapore ha stimato 94mila gatti, un numero che negli ultimi anni è cresciuto. Singapore è un paese noto per alcune leggi molto severe, e in cui solitamente c’è un grande rispetto delle regole: i gatti clandestini sono una delle poche eccezioni.

Redazione IL POST

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