Le telecamere di “Dritto e Rovescio” accompagnano l’attivista Enrico Rizzi tra macellerie e ristoranti
Con la Pasqua alle porte torna l’eterno dibattito su cosa mangiare durante le feste.
La tradizione prevede un po’ ovunque, da nord a sud, piatti a base di carne, in particolare l’agnello. Da tempo attivisti e vegani combattono questa tradizione culinaria in nome di piatti più salutari e con un impatto ambientale minore. Le telecamere di “Dritto e Rovescio” accompagnano l’attivista Enrico Rizzi tra macellerie e ristoranti.
“Non entro in un obitorio”, dice Razzi quando l’inviato del programma di Rete 4 lo invita a entrare in una macelleria. Qui gli animali sono stati allevati, massacrati e uccisi nel peggiore dei modi”. Il menù proposto dalla macelleria romana prevede coratella con i carciofi e coscia d’agnello. “Questo è un menù che puzza di morte“, spiega l’attivista. “Al posto della coscia d’agnello si potrebbe mangiare per esempio un arrosto di seitan”.
Lo scontro è proseguito con una delle clienti del macellaio, con esiti però negativi: “Se lei non vuole mangiarlo, non lo mangi“, ha risposto la cliente. Così l’inviato di “Dritto e Rovescio” e Razzi sono andati a una sagra dell’agnello: “Come si può festeggiare la resurrezione di qualcuno provocando la morte di altri esseri viventi? – si chiede l’attivista – Nel 2024 ci sono tante soluzioni che permettono di risparmiare la morte a questi animali”.
Redazione Tgcom24.Mediaset