Portare il cane in ufficio: solo il 10 per cento delle imprese lo permette

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Portarsi il cane al lavoro e tenerlo in ufficio? Lo vorrebbero due proprietari di cani su tre.

In generale, anche la metà dei lavoratori – che abbiano un cane o meno – pensa che la sua presenza potrebbe migliorare l’umore complessivo dell’ufficio, diminuire lo stress e anche favorire l’integrazione tra colleghi. Il quadro emerge dalla ricerca «Gli uffici pet-friendly nell’era odierna, post pandemia», condotta da Swg e commissionata dal Gruppo Mars, che in Italia è rappresentato dalle aziende Mars, Royal Canin e AniCura. I dati sono stati presentati oggi a Milano, all’incontro «Pet Vibes, Better Office» a cui hanno partecipato 42 altre aziende e istituzioni locali. L’obiettivo è aprire un confronto sul tema e portare avanti il percorso già intrapreso da anni da parte del gruppo per incoraggiare l’adozione di politiche pet-friendly su larga scala nel mondo del lavoro, condividendo consigli e linee guida su come arricchire queste pratiche.

Tornando ai dati, due proprietari di cani su tre vorrebbero poter godere della compagnia del proprio amico a quattro zampe anche in ufficio (64 per cento) e quasi la metà ritiene che le aziende dovrebbero organizzarsi a tale scopo (48 per cento). Eppure, nonostante il 28 per cento degli italiani che lavora in ufficio abbia un cane, . Più della metà (55 per cento) non prevede questa possibilità e il 27 per cento invece non stabilisce regole a riguardo. Quanto al parere di chi non possiede cani, il 33 per cento non sarebbe contrario, mentre chi non è d’accordo (il 34 per cento) sarebbe disposto a cambiare idea, qualora i cani avessero spazi destinati a loro e fossero vaccinati. Il Gruppo Mars è pioniere nelle politiche pet-friendly: tutti i suoi uffici possono accogliere i cuccioli dei dipendenti.

«Adottare politiche pet-friendly, aprendo le porte degli uffici ai nostri cani, ha un grande impatto sul benessere delle persone, ma non solo. Ha anche effetti positivi per l’azienda stessa, che sarà maggiormente apprezzata per la capacità di offrire un ambiente di lavoro innovativo, più attento all’equilibrio vita-lavoro e ai bisogni dei propri associati», ha spiegato Yesim Ucelli, ad di Mars Italia e general manager Mars Sud Europa.

 

Storia di Giovanna Maria Fagnani – Corriere
Redazione MSN

 

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