Gli animalisti promuovono una crociata contro le giostre cavalleresche e i Palii in tutta Italia. 500mila firme sono necessarie entro settembre per proporre cinque referendum sull’abolizione della caccia, chiusura allevamenti intensivi, divieto uso cavie nella ricerca, e divieto animali in rievocazioni.
ASCOLI – La ‘crociata’ portata avanti dagli animalisti contro le giostre cavalleresche e i Palii, in tutta Italia, non si ferma. Anzi, ogni giorno vengono promosse nuove iniziative. L’ultima, in ordine di tempo, è quella promossa dalle associazioni ‘Rispetto per tutti gli animali’ e ‘Ora referendum contro la caccia’, entrambe presiedute dal torinese Giancarlo De Salvo.
Quest’ultimo, infatti, sta raccogliendo le firme per proporre cinque referendum, i cui quesiti sono stati già pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 7 aprile. Due riguardano l’abolizione della caccia, uno la chiusura di allevamenti intensivi, il quarto la cancellazione dell’uso di cavie nella ricerca scientifica, mentre il quinto chiede di prevedere il divieto della partecipazione degli animali nelle rievocazioni, nelle giostre, nelle Quintane e nei Palii.
Per ogni possibile quesito referendario occorre raccogliere 500mila firme entro settembre e i promotori difficilmente ce la faranno, anche se sono intenzionati a proseguire ‘ad oltranza’ la propria battaglia. “Riproporremo i referendum ogni anno e alla fine ce la faremo – ha spiegato De Salvo –. Basta con la caccia e basta con le giostre, i palii e le quintane, dove gli animali soffrono e vengono sfruttati”. È vero che in tutto il paese il numero delle associazioni animaliste è sempre più in aumento, ma è altrettanto vero che difficilmente i residenti delle città in cui sono previste giostre e rievocazioni voteranno contro le proprie tradizioni.
Comunque, si vedrà. Fatto sta che il primo scoglio che De Salvo e le sue associazioni devono affrontare, ancor prima che il voto da parte degli elettori, è rappresentato dalle 500mila firme da raccogliere. Si tratta di una soglia significativa e per molte proposte di referendum, in passato, non si era riusciti a raccoglierle.