Dichiarazione dei redditi 2023: spese veterinarie detraibili, quali sono e per quali animali spettano

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di Luigi Grassia

In Italia su 21 milioni di famiglie ce ne sono 7 che vivono con animali da compagnia. Non si tratta di una nicchia ma di un terzo dei contribuenti, e per loro lo Stato ha deciso una serie di agevolazioni fiscali. Siccome la normativa cambia di anno in anno, in vista della dichiarazione dei redditi 2023 abbiamo chiesto alla sede centrale dell’Agenzia delle Entrate un quadro aggiornato. Ecco che cosa ci hanno risposto, sia riguardo agli animali in generale sia riguardo ai cani guida per chi non vede.

Detrazione dall’Irpef del 19% delle spese veterinarie
Per le spese veterinarie spetta una detrazione dall’imposta lorda, pari al 19 per cento delle spese sostenute fino a un limite massimo di 550 euro e con una franchigia di 129,11 euro.

Le spese interessate sono quelle sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva. La detrazione, quindi, non spetta per le spese sostenute per la cura di animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare né per la cura di animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole.

Le spese che danno diritto alla detrazione sono quelle relative alle prestazioni professionali del medico veterinario, gli importi corrisposti per l’acquisto dei medicinali prescritti dal veterinario, e le spese per analisi di laboratorio e interventi presso cliniche veterinarie.

Dal 2020, come per le spese sanitarie, anche la detrazione per le spese veterinarie spetta a condizione che l’onere sia sostenuto con versamento bancario o postale o mediante altri sistemi di pagamento in grado di assicurare la tracciabilità. Fanno eccezione a questa regola le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari o per le prestazioni del medico veterinario rese nell’ambito di strutture pubbliche o di strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale, che restano detraibili anche se pagate in contanti. Per la detraibilità dei farmaci veterinari occorre che lo scontrino riporti, oltre al codice fiscale del soggetto che ha sostenuto la spesa, la natura, la qualità e la quantità dei medicinali acquistati. In particolare, la qualità di farmaco deve essere attestata dal codice di autorizzazione in commercio, la natura può essere identificata anche mediante la codifica FV (farmaco per uso veterinario) utilizzata ai fini della trasmissione dei dati al sistema tessera sanitaria.

 

Detrazione dall’Irpef del 19% delle spese sostenute per l’acquisto del cane guida
La detrazione spetta una sola volta in un periodo di quattro anni, salvo i casi di perdita dell’animale, e può essere calcolata sull’intero ammontare del costo sostenuto. La detrazione è fruibile dalla persona con disabilità o dal familiare di cui il non vedente è fiscalmente a carico e può essere utilizzata, a scelta del contribuente, in unica soluzione o in quattro quote annuali di pari importo.

La detrazione compete per l’intero importo, a prescindere dall’ammontare del reddito complessivo posseduto (art. 15, comma 3-quater, del Tuir). Inoltre, dal 2020 l’agevolazione può essere riconosciuta solo se l’onere è stato sostenuto con versamento bancario o postale o mediante altri sistemi di pagamento tracciabili.

Detrazione forfettaria delle spese sostenute per il mantenimento del cane guida

La detrazione per il mantenimento del cane spetta senza che sia necessario documentare l’effettivo sostenimento della spesa. Unico requisito per usufruire della detrazione è il possesso del cane guida. La detrazione è pari a 1.000 euro e spetta solo alla persona non vedente e non anche al familiare del quale egli risulta fiscalmente a carico.

Dal 2020 la detrazione spetta per intero ai titolari di reddito complessivo fino a 120.000 euro. In caso di superamento di tale limite, l’importo spettante decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo di 240.000 euro.

 

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