Lucky è un cane albanese, di Tirana precisamente.
Un meticcio di taglia grossa, simil molossoide in una condizione psicofisica difficile: le zampe posteriori sono completamente inutilizzabili per una lesione della spina dorsale. «La sua storia è quella che ci ha segnato di più e quella che ricorderemo sempre», racconta Massimiliano, volontario dell’associazione Rotelle nel Cuore, un rifugio che si occupa del recupero psico fisico di cani disabili e non a Villa D’Adda in provincia di Bergamo.
Redazione Kodami
«Il suo recupero, soprattutto psicologico, è stato difficilissimo. Lucky era diffidente verso l’uomo, ostile alla manipolazione e a creare un qualsiasi rapporto. Definito come cane non recuperabile, anche fisicamente, non era possibile portarlo da medici veterinari o fisioterapisti».
Ma Rotelle nel cuore ha un solo motto: «Crederci sempre, arrendersi mai». «Il percorso è stato molto lungo e nel primo periodo solo pochi volontari hanno potuto averci a che fare – spiega Massimo – Abbiamo iniziato attraverso il gioco, con calma e pazienza, introducendo piano piano la manipolazione per la creazione di un rapporto di fiducia. Nel giro di qualche mese la sua mobilità è migliorata. Era arrivato che si muoveva strisciando le zampe posteriori e adesso quasi corre e saltella nei momenti di gioco e non ha bisogno del supporto ortopedico».
E Lucky con una grande forza d’animo, tornando ad avere un po’ di fiducia in quegli umani così diversi da quelli finora incontrati, continua a migliorare: «L’evoluzione che ha avuto è stata veramente emozionante. Chi lo ha conosciuto appena arrivato può confermare. Lo si vede da tutto: dal mutamento dell’espressività del muso, da tirata e diffidente, tendente all’aggressività fisica a una espressività rilassata, dolce, giocosa e desiderosa di contatto fisico. Ovviamente la sua diffidenza sulle persone nuove rimane, ma possiamo dire che è tornato a vivere».
Quella di Lucky è una delle tante storie a lieto fine che Rotelle nel cuore potrebbe raccontare sui suoi ospiti: «Dai noi arrivano cani di diverse età, paraplegici, tripodi, con malattie autoimmuni, e degenerative. Li accogliamo dietro richiesta di altre associazioni o privati, analizzando la problematica caso per caso e trovando la migliore soluzione, compreso il fornire supporti ortopedici o cure mediche specialistiche».
Il grosso del lavoro però avviene nella struttura, nella ricerca della migliore sistemazione per ogni ospite, lavorando sul recupero psicologico e di fiducia. «I nostri cani sono organizzati in gruppi, in grandi stanze dove sono liberi di muoversi; non usiamo box o soluzioni di isolamento. La struttura è essenzialmente una grande villa con un immenso giardino, suddiviso in zone sicure dove potersi muovere, sfogare e soddisfare i bisogni naturali del cane».
Rotelle nel cuore fornisce anche speciali attrezzature per rendere la vita del cane disabile accettabile e serena. E ce ne sono anche alcune di molto innovative: «Le attrezzature che usiamo per i nostri animali, vengono fornite da un’azienda specializzata (certificata CEE) che crea ausili ortopedici specifici su misura, la quale sta anche avviando un percorso di specializzazione in protesi. Le più particolari che abbiamo in uso sono carrozzine anti ribaltamento con due ruote create su misura per ogni cane che ne necessita».
Ma quanto è difficile per l’animale adattarsi a qualcosa “di non suo”? «Dipende da caso a caso, dal livello di difficoltà fisica o psicologica che deve affrontate. In alcuni casi il percorso da seguire perché il cane si adatti al supporto può durare vari mesi, in altri casi pochi giorni. Ma non tutti i cani necessitano di un supporto esterno, alcuni recuperano la mobilità adattandosi alla disabilità, ritrovando un equilibrio diverso, ma sufficiente a volte anche per correre e saltare».
Una volta trovata la soluzione l’animale può riuscire a tornare ad avere una vita normale? «Dipende da cosa si intende per normalità. Tutti i cani che trattiamo ritrovano la “loro normalità”. E lo fanno adattandosi al supporto ortopedico o a seguito di un lavoro psicologico e fisico per l’inserimento in un nuovo contesto di gruppo misto, ovvero cani e persone volontari».
L’associazione si occupa di dare assistenza, ma come dicevamo, è anche un rifugio: «Sì, infatti, oltre che a supportare i privati rispetto alle varie difficoltà che si trovano ad affrontare con la gestione di un animale disabile, offriamo anche la possibilità di mantenere il cane in pianta stabile presso la nostra struttura. In alcuni casi, però, non c’è nessuna proprietà. Tra i nostri amici, infatti, ci sono cani abbandonati e recuperati in strada in seguito ad un incidente. Ecco, in questi casi, non solo ci occupiamo di rimetterli in salute, ma li adottiamo direttamente».