Approvata in Commissione Politiche economiche una risoluzione promossa da Europa Verde (prima firmataria Silvia Zamboni) che impegna la giunta a sostenere il cambiamento. Il testo è ispirato dall’Iniziativa dei Cittadini Europei ‘End the Cage Age’ da 1,4 milioni di firme consegnata a ottobre alla Commissione Ue. La direttrice Ciwf Italia Pisapia: “Anche se si tratta di un atto di indirizzo, che non ha una tabella di marcia, è un passo importante verso la transizione”
Forme di sostegno agli allevatori dell’Emilia Romagna, compatibili con le risorse di bilancio, ma anche strumenti di indirizzo per i Piani urbanistici. Obiettivo: supportare la transizione ad allevamenti senza gabbia, rispettosi del benessere animale. È tutto nero su bianco, per la prima volta in Italia, in una risoluzione approvata dalla Commissione Politiche economiche dell’Assemblea legislativa regionale, che impegna la giunta a sostenere il cambiamento. E non è un cambiamento da nulla nella regione dove la zootecnia svolge un ruolo fondamentale nella filiera agroalimentare. “Basti pensare – si legge nella stessa risoluzione – al Parmigiano Reggiano, al Prosciutto e ai salumi DOP e IGP, alle produzioni avicole”. Il documento, di cui è prima firmataria la capogruppo di Europa Verde Silvia Zamboni, vice presidente dell’Assemblea legislativa, prende spunto dall’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) ‘End the Cage Age’ (Stop all’era delle gabbie). A ottobre 2020 sono state consegnate alla Commissione Ue 1,4 milioni di firme raccolte nei Paesi dell’Unione, dove oggi oltre 300 milioni di animali all’anno sono condannati a vivere in gabbia. “Grazie all’approvazione della risoluzione – ha spiegato Silvia Zamboni – la Regione intraprende un percorso istituzionale per la tutela sia del benessere e della salute degli animali, e quindi anche dei consumatori, sia della reputazione delle nostre eccellenze alimentari sui mercati internazionali”. Le specie ancora legalmente allevate in gabbia, per tutta o parte della loro vita, sono galline, conigli, quaglie, scrofe, vitelli e anatre.
ASPETTANDO LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE UE – Solo in Italia sono state raccolte oltre 90mila firme, mentre 21 delle 170 associazioni europee che si sono attivate sono italiane. A sostegno dell’ICE si sono espressi anche 140 scienziati e alcune delle principali aziende alimentari di tutta l’Ue. La richiesta è quella di proporre l’eliminazione graduale delle gabbie in agricoltura attraverso una revisione della Direttiva del 1998 sulla protezione degli animali d’allevamento. Poche settimane fa, l’organizzazione Compassion in World Farming (Ciwf), motore dell’iniziativa, ha annunciato il “sostegno schiacciante avuto dai rappresentanti delle principali istituzioni dell’Ue” nel corso di un’audizione all’Europarlamento. Dopo la quale 101 parlamentari europei, provenienti da ogni schieramento politico, hanno inviato una lettera alla Commissione chiedendo, in particolare, l’adozione di pari modalità di allevamento da parte degli allevatori europei, sia attraverso l’armonizzazione degli standard oggi diversi nei vari Stati, sia con il divieto di importazione in Ue di tutta la carne e derivati prodotti senza rispettare questi standard. D’altronde, molti Stati membri hanno già introdotto leggi nazionali che vanno oltre gli standard minimi stabiliti dalla Ue. Nei prossimi mesi, sarà la Commissione a dare la sua risposta formale rispetto all’appello dei cittadini e, in materia, potrebbe presentare una direttiva.