Speranza firma, ora gli animali domestici possono essere curati con farmaci ad uso umano

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Il provvedimento era atteso da anni. Il ministro della Salute: «Un atto di equità che permetterà risparmi importanti per le famiglie e le associazioni che si occupano di cani e gatti»

di Alessandro Sala

Gli animali domestici potranno essere curati anche con farmaci «ad uso umano», oltre che con quelli prodotti in modo specifico per scopi veterinari. Lo stabilisce un decreto firmato oggi dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Si tratta di un passaggio atteso da tempo dalle famiglie che permetterà notevoli risparmi. Addirittura fino al 90 per cento, spiega il ministero in una nota, per alcune patologie animali. Anche il Parlamento lo scorso dicembre aveva preso posizione in tal senso, approvando un emendamento alla legge di bilancio presentato dalla deputata Patrizia Prestipino. Il decreto siglato oggi è funzionale all’attuazione di quel voto espresso dall’Aula. «Grande vittoria», commenta Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, che raccoglie deputati e senatori di tutte le forze politiche. L’Intergruppo aveva presentato anche un’ampia piattaforma di richieste di provvedimenti «pet friendly» ma al momento quelli più significativi, a partire dalla riduzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie, altro tema sempre caldo nelle discussioni che riguardano i membri non umani delle famiglie, sono ancora in lista d’attesa.

Il provvedimento adottato oggi prevede che il veterinario possa prescrivere medicinali per uso umano per la cura degli animali domestici «a condizione che tale medicinale contenga il medesimo principio attivo del medicinale veterinario». Lo stesso ministro Speranza lo definisce un «atto di equità atteso da anni da milioni di cittadini». E ancora: «Una scelta che consentirà di garantire con più facilità le cure agli animali da compagnia e un risparmio importante per tante famiglie italiane e per le strutture che si occupano di cani e gatti»

È dal 2006 che associazioni animaliste, parlamentari, consiglieri regionali e comunali di diverso orientamento politico hanno sostenuto questo obbiettivo, denunciando prezzi troppo elevati dei farmaci veterinari che spesso sono la causa dell’abbandono degli animali. «Prendersi cura sempre meglio della salute degli animali da compagnia, non è solo un gesto d’affetto e di riconoscenza — sottolinea ancora Speranza —. Significa garantire una importante funzione relazionale e sociale che gli animali svolgono verso gli umani e tutelare la salute seguendo l’ottica One Health, un approccio che tiene insieme il nostro benessere, quello degli animali e quello dell’ambiente».

«Questa è una vera e propria rivoluzione nell’ambito veterinario — sottolinea l’on Pristipino, promotrice della svolta — perché andrà a incidere positivamente nelle economie di tante famiglie italiane. Il tutto ottenuto a costo zero e farà risparmiare allo Stato nella spesa veterinaria per i canili, le associazioni animaliste e ai milioni di grandi e bambini che anche grazie ai loro amici di casa hanno affrontato in modo migliore sia il lockdown che la pandemia». Parla invece di «passo avanti nel diritto della salute degli animali» l’Enpa, che con la presidente Carla Rocchi evidenzia come il decreto sia una risposta concreta «in un momento in cui gli italiani stanno manifestando sempre più il desiderio di prendersi cura di un animale (l’ente cita un +15% nelle adozioni nel 2020, ndr) e in cui la crisi sta però mettendo a dura prova tantissime categorie di lavoratori».

«Non si tratta solo di risparmiare sui costi, talvolta spropositati, dei farmaci veterinari — dice poi Ilaria Innocenti, responsabile dell’area animali famigliari della Lega antivivisezione —, ma anche di estendere il diritto alla cura di cani e gatti, anche di quelli che una famiglia non l’hanno». Ovvero quelli ospitati in canili e rifugi, che per legge sono a carico, vita natural durante, dei Comuni nei cui territori sono stati ritrovati. E Lav ha fatto anche qualche conto: nel caso un cane o un gatto avessero una gastrite, per la cura sarà possibile risparmiare fino a 20 euro per ogni confezione; per una patologia cronica come la cardiopatia si potranno risparmiare 334 euro all’anno per un cane di 20 kg e ben 524 euro nel caso l’animale necessitasse anche del diuretico. E, altro esempio ancora, in presenza di una dermatite atopica si potranno risparmiare ben 432,44 euro per un ciclo di terapia.

 

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