Mario è stato gettato tra i rovi come un rifiuto quando aveva solo pochi giorni di vita
«Mario era stato gettato tra i rovi come un rifiuto. Aveva solo 25 giorni, praticamente un neonato, strappato alla madre da una mano umana crudele solo perché disabile».
Mario è un cucciolo di pastore, ha una grave displasia alle anche posteriori e le sue «zie», che l’hanno raccolto e fatto visitare da ogni genere di veterinario, ora cercano per lui una famiglia che lo sappia adottare ed amare per tutto il resto della sua vita.
«Noi vediamo la disabilità con i nostri occhi – sottolinea Agata Coletto, una delle volontarie che si sta prendendo cura del cucciolo – ma non è nel cuore e nella testa di Mario. Voglio dire che lui si sente un cane come tutti gli altri: gioca, fa i suoi bisogni quasi in totale autonomia, ha bisogno di affetto. Non si sente “diverso”. La sua disabilità la vediamo solo noi, perché sappiamo che per non causargli dolore ha bisogno di accortezze, ma non perché non sia un cane come gli altri».
Mario resterà sempre con il suo handicap, nessun intervento medico potrà mai ridargli l’uso delle zampe. Fa acquagym per irrobustire i muscoli e presto verrà dotato di carrellino per aiutarlo nelle sue camminate.
«È stato mio marito, mentre portava a passeggio la mattina la nostra cagnetta, a trovare Mario in un cespuglio di rovi in un giardinetto a Santo Spirito – racconta Stefania Amico – Era domenica 16 agosto. E chi se lo dimentica. Inizialmente abbiamo pensato che fosse stato investito. Piangeva. Era un batuffolo, un lattante ancora completamente senza denti. Abbiamo rivoltato la città per trovare il biberon e il latte per alimentarlo. Era affamato e disidratato. Poi ho chiamato in aiuto Agata e Valentina Bitetto de “Il Rifugio di Rosa”».
E le due zie si sono innamorate follemente di questo batuffolo di pelo un po’ guascone e dalla pancia tonda che, nonostante ne avesse passate di tutti i colori, dimostrava tanta voglia di vivere. Gli hanno creato una pagina Facebook «IostoconMario» e aperto una sottoscrizione per far fronte alle spese mediche.
«Abbiamo fatto vedere Mario ad ogni genere di specialista, ma la diagnosi è stata chiara: non c’è nulla da fare. L’ultima carta che stiamo giocando è una biopsia muscolare – spiega Agata – per valutare l’effettivo danno dei muscoli e una eventuale terapia futura e prognosi. Nello stesso tempo stiamo facendo attrezzare un carrellino per aiutarlo nella mobilità. Si tratterà di un ausilio mobile che la famiglia adottante dovrà imparare ad usare, ma siamo sicure che Mario si adatterà facilmente. È un cucciolo vivace e pieno di vita, insegue le lucertole, cerca di prendere le farfalle, ti riempie il cuore di allegria».
La famiglia che si cerca per Mario dovrà dimostrare di avere una doppia capacità di responsabilità. Doppia perché già accogliendo un cane bisogna mettere in conto un alto grado di consapevolezza, se il cane è disabile tutto deve essere raddoppiato.
«L’ideale sarebbe una famiglia con una villetta – spiega Agata -. A Mario piace stare sdraiato sull’erba. È autonomo, ma va comunque un po’ aiutato. Si tratta di un pastore, una futura taglia medio-grande. E poi amore, gli serve tanto amore. Saprà ricambiarlo, tutto. Se poi non dovessimo trovare una famiglia adatta, vi prego non fateci mancare il sostegno economico. Ne abbiamo bisogno».
Mario aspetta. Guarda il mondo con i suoi occhi scuri. Le sue buffe orecchie penzoloni che ancora non hanno deciso dove andare, incorniciano un musetto che sembra fatto apposta per le coccole. Aspetta Mario, qualcuno che lo ami, qualcuno di speciale, così come è lui.