Hearing dogs e cani da assistenza: quando Fido è un compagno per la disabilità

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Un animale come compagno di vita, come amico, come presenza che non ci fa sentire soli può essere molto di più per una persona con disabilità.

Può essere i suoi occhi, qualora non abbia la vista, ma può essere anche le sue mani, o il suo udito. Meno conosciuti forse rispetto ai colleghi che supportano i non vedenti, i cani da assistenza possono in verità aiutare anche persone con disabilità motoria o con sordità, diventando compagni insostituibili in grado di ridonare autonomia.

Francesca Martin

IL CANE PER PESONE SORDI – Ma come può, un animale, aiutare la persona che non sente? Mettendo a sua disposizione il proprio udito, ovvero avvertendo il padrone quando c’è un allarme, quando suona il campanello, quando l’ambiente ci avvisa in maniera sonora, quindi inaccessibile alla persona non udente o ipoudente. Il cane educato a questo tipo di attività e detto hearing dog.

IL CANE PER PERSONE CON DISABILITA’ MOTORIE – Ma il cane non è solo gli occhi e le orecchie per chi abbia disabilità di tipo sensoriale, può infatti aiutarci anche quando abbiamo problemi alle mani o alle gambe: può apririci la porta, può portarci oggetti, accendere la luce o aiutare a spogliarci. Anche in questo caso si può definire cane da assistenza.

 

Nella foto, Maria Cristina Filippini, ideatrice e responsabile del progetto, con Lea

IO CON LUI – Ma chi e come “trasforma” un cane in un assistente a quattro zampe? In questo settore operano alcune realtà associative che si occupano di selezionare e addestrare gli animali che poi assisteranno il padrone con disabilità.
Conosciamo oggi il progetto “IO CON LUI – Un cane a sostegno delle disabilità” della onlus pisana NeuroCare, che prepara l’animale e la persona che lo condurrà in questo percorso di reciproca conoscenza e reciproco “addomesticamento”: il percorso è infatti dualico, poiché non si tratta solo di educare e preparare il cane, ma di farlo con la partecipazione attiva e diretta del beneficiario.
Per saperne di più, abbiamo fatto qualche domanda a Maria Cristina Filippi, l’ideatrice e responsabile del Progetto, che coordina insieme alla Dott.ssa Anna Maria Neri.
Quali sono le fasi, e come avviene, concretamente, il percorso di istruzione cinofila?  
Il percorso di istruzione cinofila vede come protagonisti il cane ed il beneficiario, guidati da un team di istruttori cinofili, sotto la supervisione della Dott.ssa Sonia Campa. Alla persona con disabilità è richiesto di impegnarsi personalmente nell’istruzione del cane, seguendo le indicazioni che gli vengono fornite e imparando a comprendere, anche attraverso alcuni incontri in aula, il proprio compagno a quattro zampe, con un conseguente rafforzamento del legame con il cane che si diverte ad apprendere nuove abilità.

Che tipo di competenze vengono trasmesse all’animale?
Il cane può apprendere molte differenti abilità, in funzione delle necessità particolari espresse dalla persona, ad esempio: aprire/chiudere sportelli,  prendere oggetti e portarli o inserirli in un contenitore, aprire una cerniera, accendere/spegnere interruttori, chiamare soccorsi, oppure, in caso di sordità, segnalare il suono del campanello o di un allarme, il richiamo del bambino che piange, ecc.

L’addestramento viene fatto su cani selezionati da voi e poi dati al beneficiario, o una persona che abbia già un cane può farlo educare da voi?
L’istruzione cinofila si svolge con il cane che fa già parte della famiglia del beneficiario, oppure,  nell’eventualità in cui non ne abbia, può adottarne uno: gli istruttori possono dare delle indicazioni a riguardo, favorendo, se possibile l’adozione dal canile. La scelta di istruire il cane in ambito familiare rende più complessa la fase di istruzione cinofila rispetto ad un contesto addestrativo esterno, dove dei professionisti preparano un cucciolo fino al momento in cui è pronto. Nonostante la sua maggior complessità, questo protocollo è stato adottato come punto nodale del Progetto in quanto più rispettoso dell’animale e dell’uomo, accompagnando la loro relazione, consentendo al cane di crescere all’interno di una famiglia di cui è parte integrante, non uno strumento utilitaristico, ma un essere vivente senziente, da rispettare nella sua integrità.

Ci sono dei casi in cui, pur avendo un cane, questo non possa ritenersi adeguato a questo genere di attività?
Questo tipo di istruzione cinofila può avvenire indipendentemente dal tipo di razza e di taglia  eventualmente possono essere pensati dei piccoli accorgimenti per favorire l’animale: ad esempio un cane di taglia piccola al quale si chieda di accendere degli interruttori posizionati in alto, può essere facilitato dal punto di vista logistico in modo che abbia la possibilità di arrivarci agilmente.
Un cane non sarà invece ritenuto adeguato nel caso in cui, a livello familiare, non gli sia garantito un adeguato benessere fisico, relazionale, sociale e ambientale che gli consenta di poter intraprendere piacevolmente le attività. Ad esempio, un animale che non esca mai di casa, vivendo chiuso tra le mura domestiche, ha necessità che la famiglia si prenda cura delle sue necessità prima di poter lui stesso ricambiare con la propria collaborazione. Anche nel caso in cui i cani presentino importanti problematiche quali ad esempio fobie, aggressività, ecc. questo tipo di istruzione non viene svolta, fino a risoluzione degli stessi.
Tra i limiti di ammissibilità indichiaro, infine, l’età del cane, in quanto per cani anziani questo percorso potrebbe risultare troppo impegnativo.

Se non sbaglio l’educazione dell’animale è una parte di una progettualità più complessa. E’ così?
Certamente. Oltre alla preparazione dei cani, un punto focale del Progetto è la sua struttura portante: l’Associazione NeuroCare, che, grazie ad un team multidisciplinare di specialisti offre la possibilità di avvalersi di una serie di figure professionali  in stretta collaborazione fra loro, offrendo la possibilità ai beneficiari di costruirsi un progetto personalizzato che comprenda, oltre all’istruzione cinofila, colloqui con motivatori, incontri con terapisti occupazionali e la valutazione clinica iniziale e monitoraggio da parte del Dott.Paolo Bongioanni, Presidente dell’Associazione, medico neurologo e neuroriabilitatore.

Cosa deve fare una persona interessata a questo vostro servizio, per poterne usufruire? Ci sono dei costi?
E’ sufficiente fissare un primo incontro conoscitivo in cui verranno espresse le proprie necessità e si avrà modo di conoscere le modalità operative del Progetto.  I costi sono sostenuti interamente dall’associazione, è richiesta esclusivamente l’iscrizione (50 euro), anche a fini assicurativi.
I contatti sono:  329/8845911 oppure progettoioconlui@libero.it.

Qui sotto, un video che mostra la preparazione di questi animali

Nella foto di copertina, Luigi Gariano ed Ettore – prima coppia da cui è partito il Progetto.
Tutte le foto presenti in questo articolo sono di Davide Carabalone

Nella foto, Sonia Campa, istruttrice cinofila referente del gruppo, con Brando
Nella foto Sonia Signorini, istruttrice cinofila

Francesca Martin

https://www.disabili.com

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