Varese, abusi sulla figlia minore. Per il padre non udente serve l’interprete LiS

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VARESE – Abusi sulla figlia minorenne. Un’accusa gravissima che ha portato sul banco degli imputati davanti ai giudici del tribunale di Varese un padre quarantenne residente nel nord della provincia. La vittima oggi ha 17 anni. Gli abusi contestati all’uomo sarebbero stati consumati tra il 2013 e il 2014 quando la vittima aveva tra i 9 e i 10 anni.

di Simona Carnaghi

Madre e figlia

Per la ragazza ci sono voluti anni prima di riuscire, nel 2019, a confessare l’incubo subito ad un’amica. A quel punto la mamma della ragazza ha agito come una madre vera. Non ha atteso nemmeno un istante: ha denunciato tutto alle forze di polizia e si è allontanata immediatamente dal marito insieme ai due figli minorenni. Oggi, giovedì 4 novembre, quella stessa madre era presente in aula rappresentata dall’avvocato Elisabetta Brusa. La donna si è costituita parte civile contro l’ex marito per conto della figlia ancora minorenne. Per rafforzare ancora di più la posizione della ragazza.

Serve un interprete della LiS

Un processo estremamente complicato quello che tornerà in aula il 27 gennaio dell’anno prossimo. Non soltanto per la delicatezza della situazione e la drammaticità dei reati contestati (la vittima è stata sentita in sede di audizione protetta nel 2019 ma non in sede di incidente probatorio e dovrà quindi testimoniare in aula) ma anche per la disabilità sia della madre della 17enne che dell’imputato. Entrambi, infatti, sono non udenti. La mamma della vittima sarà chiamata a testimoniare. Il padre potrà rendere esame. Perché questo accada sarà necessario nominare un interprete che possa simultaneamente tradurre nella lingua italiana dei segni (LiS) la parole pronunciate in aula. Anche per questa ragione il rinvio calendarizzato oggi è piuttosto ampio.

Varese abusi figlia minore – MALPENSA24

 

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