Pochi caratteri via sms ai genitori, alle 6.40 del mattino: servizio cancellato. Così circa 4.500 studenti e studentesse disabili sono stati lasciati a piedi dai bus della Tundo Vincenzo Spa che si occupava, per conto di Roma Capitale, di portare gli alunni a scuola.
Se il messaggio è arrivato alle famiglie d’improvviso, la situazione è invece ben nota a tutti: ai lavoratori, alle famiglie, alla politica. Il Campidoglio il 24 novembre 2020, comunicava che “avrebbe messo in atto ogni iniziativa di propria competenza nei confronti dell’azienda, al fine di garantire il corretto pagamento degli stipendi ai dipendenti”, più volte non riconosciuti. Niente però è stato fatto nei mesi successivi quando è intervenuta con le proroghe del 2021, estese fino a giugno e poi fino al 31 dicembre 2021.
Due sono i diritti calpestati: quelli degli utenti, genitori e bambini disabili che usufruivano del servizio, e dei dipendenti, senza stipendio e tutele. Eppure la Vincenzo Tundo Spa, per 8 anni e fino a qualche giorno fa, ha continuato a lavorare per Roma.
Che tipo di società è la Tundo Vincenzo Spa?
La Tundo Vincenzo Spa è una società privata della provincia di Lecce che per conto di Roma Capitale svolge dal 2013 servizi di trasporto, anche scolastico, di utenti con disabilità. La società ha operato a Roma per 8 anni, attraversando tre gestioni, di diverso colore politico: la giunta Marino (centrosinistra), con il commissario Tronca e Virginia Raggi (Movimento cinque stelle).
Fondata nel 2003 e operante su tutto il territorio nazionale, nel 2012 la Tundo inaugura l’unità locale di Roma, a via delle Cincie 26, dove si trova uno dei depositi dei bus. La filiale romana consta di circa 140 pulmini. Secondo i dati Inps, al 30 giugno 2021, la società si avvaleva di 831 dipendenti: di questi 269 lavorano a Roma.
Il 60% dei bus per il trasporto scolastico dei disabili che opera sul territorio capitolino è stato servito fino a oggi dalla Tundo, a eccezione del Municipio I e II, dove i bus facevano capo alla società Sia, del gruppo Arriva Italia. Nonostante molti dipendenti Tundo abbiano ancora degli arretrati con la società, il servizio di trasporto scolastico è ora sospeso per le proteste dei lavoratori in sciopero. Sul servizio a chiamata individuale invece, l’appalto chiuso del 28 giugno 2021, dal valore di € 7.189.953,77, ha visto succedere la cooperativa Medicoop alla Tundo fino al 31 dicembre 2024 per i lavori a chiamata collettiva. I servizi di trasporto scolastico, invece, fanno ancora capo a Tundo.
Chi gestisce la Tundo?
La Vincenzo Tundo Spa è accentrata nelle mani di Enrico Carmine Antonio Tundo, amministratore unico dal 2018. Enrico Carmine Antonio Tundo ha alle spalle, stando a dei documenti di cui RomaToday è in possesso, già vicende giudiziarie sul mancato servizio di trasporto. Solo pochi giorni fa, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto ha svelato che l’amministratore delegato leccese avrebbe ottenuto un appalto da 6,6 milioni di euro dalla Asl di Taranto per il trasporto di persone con disabilità. Di fatto, dei 30 automezzi indicati per il servizio, alcuni dei veicoli presentati per l’aggiudicazione della gara non sarebbero mai stati immatricolati, altri farebbero invece capo a una ditta totalmente estranea all’appalto. Un appalto per il quale Tundo avrebbe presentato un’offerta alterata e per cui è ora interdetto dall’esercizio di impresa per 12 mesi.
Disabili lasciati a terra, da Nord a Sud
La maggior parte dei contenziosi legali della Tundo riguardano però il mancato pagamento dei suoi dipendenti e la sospensione del servizio dei trasporti per cui la società si è più volte negli anni aggiudicata gli appalti, non solo a Roma, ma in tutta Italia. Il copione è, da Nord a Sud, pressocché lo stesso.
Si parte proprio dal Salento, a Lecce e Brindisi, dove a maggio scorso la Tundo ha lasciato scoperte le Asl e smesso di erogare il servizio per mille disabili. Nelle Marche, a settembre la Tundo ha lasciato scoperti 17 comuni. Problemi anche in provincia di Piacenza, dove una settimana fa alcuni dipendenti di Fiorenzuola, non pagati dalla Tundo, hanno serrato le braccia rifiutando di far uscire i mezzi dal deposito e lasciando così “a piedi” una sessantina di bambini. Salendo verso l’alta Italia, la Tundo crea problemi anche in Friuli Venezia Giulia con soli 2 comuni effettivamente serviti su 24 in cui si aggiudica l’appalto dei trasporti.
La vicenda esplode infine a Roma, al tramonto dell’amministrazione Raggi, a poche settimane dalla riapertura scuole, con 4.500 studenti e studentesse disabili a cui la società di Zollino nega il servizio.
Dipendenti senza stipendio e senza tutele
Prima che la Tundo arrivasse a sconvolgere le famiglie dei disabili a Roma, per anni ha compromesso soprattutto le condizioni economiche dei suoi dipendenti. Lo dimostra anche l’esistenza di una raccolta firme su Change.org lanciata proprio dai lavoratori Tundo, secondo cui il signor Tundo Enrico Carmine tra maggio 2020 e settembre 2020 ha ricevuto ben 6 diffide per non aver pagato, non solo gli stipendi da contratto, ma anche tfr, tredicesime e gli straordinari che i lavoratori hanno svolto.
“In genere i contratti prevedono turni di 3 o 4 ore e mezzo, ma dal momento in cui lasciavamo il deposito, di prima mattina, a quello in cui riprendevamo i bambini all’uscita da scuola, verso le 17, ogni giorno le superavamo. Le ore di eccedenza non vengono né segnate, né riconosciute”, racconta a RomaToday un ex dipendente. “Ci sono dei tempi morti di 3 ore tra entrata e uscita degli studenti che non vengono retribuiti, più quelli in cui andiamo a metter gasolio”.
Anche le tempistiche di pagamento non sono precise. “Paga gli stipendi quando decide lui, non rispetta le scadenze neanche quando deve pagare il distributore del gasolio con il quale ha stabilito un accordo”, si legge dalla petizione, una stazione su via Enzo Ferrari dove ogni mattina si ammassano tutti i bus prima di entrare in servizio.
Serbatoi a secco
Quando le vetture rimangono a secco, spesso sono gli stessi autisti a chiedere di far rifornimento. “So di colleghi che hanno messo benzina di tasca loro perché, pur segnalando più volte che era finita, non erano autorizzati a fare rifornimento dalla ditta. Era l’unico modo per uscire dal deposito e non interrompere il servizio”, racconta un altro dipendente ascoltato da RomaToday.
Tre, nello specifico, le rimesse di Roma: a Ostia, via della Maglianella e via delle Cincie, l’unico attualmente utilizzabile dalla Tundo. “L’amministratore non rispetta nemmeno le normative per la sicurezza del personale dipendente e trasportato sui pulmini del trasporto disabili”, si apprende dalla petizione, mentre il sindacato FILT-CGIL sostiene che le vetture girerebbero anche senza assicurazione, con pasticche dei freni usurate e pneumatici lisci.
“La situazione attuale è determinata da svariate cause: dal mancato rifornimento del carburante, alla carenza di personale, alla scopertura assicurativa dei pulmini, ai guasti. Nonostante la mobilitazione e le giornate di sciopero, permane inoltre una grave discontinuità nella retribuzione dei lavoratori”, ricorda la Cgil e la Filt Cgil di Roma e del Lazio.
Depositi nel caos e tutele anticovid assenti
A causa di rimesse insufficienti in cui lasciare le vetture, una fonte ha confermato a RomaToday che molti autisti a fine giornata portano con sé le vetture anziché lasciarle nei depositi. Sobbarcandosi così anche l’igenizzazione dei bus, per cui la ditta non fornisce però attrezzature o sostegni economici.
Gli operatori della Tundo di Roma si trovano così, secondo testimonianze con solo “una boccetta di igienizzante mani a base di alcool 70%. Nessuna mascherina, nessuno prodotto per la sanificazione degli interni, nessuna scatola di guanti”, riporta la raccolta firme. E ancora: “I pulmini per il trasporto scolastico dei disabili cadono a pezzi. Pedane che scendono a scatti e sbattono, portelloni laterali e posteriori che rimangono aperti durante il tragitto casa-scuola poiché rotti o difettosi, condizioni igieniche interne più che precarie”.
Da quanto tempo la Tundo lavora con Roma Capitale
La Tundo Vincenzo Spa ha un rapporto stabile con Roma Capitale sin dal 2013, quando venne sottoscritto il primo contratto per la durata di 8 anni, con scadenza al 31 dicembre 2020. Nel 2021 sono seguite le proroghe di contratto e, stando alle determine dirigenziali visionate da Roma Today, Roma Capitale ha provveduto per ogni proroga a “impegnare i fondi per l’erogazione del servizio di Trasporto, sia per quanto riguarda la tipologia a “Disponibilità base” sia per “Disponibilità aggiuntiva” per l’importo complessivo di € 358.215,00 (IVA al 10% inclusa)”.
Nonostante gli accordi e i fondi stanziati in questi 8 anni di servizio tra la Tundo e la ditta appaltante, i 140 dipendenti della società di trasporti hanno ricevuto lo stipendio a singhiozzo. “In un anno che ho lavorato per loro, non c’è stato un solo mese che mi abbiano pagato puntuali”, ha raccontato un ex dipendente a Roma Today. Centinaia i lavoratori a chiamata che hanno subito in questi anni lo stesso trattamento, tra chi ha venduto la macchina e tutti gli averi.
“Attualmente una parte dei dipendenti deve recepire lo stipendio da maggio 2021, i lavoratori dei servizi individuali invece da giugno 2021 a oggi, a loro manca quattordicesima e tfr. A settembre poi c’è stato un cambio appalto sui servizi a chiamata col passaggio di molti dipendenti alla società Medicoop”, racconta Alessandro Farina, Alessandro Farina della Filt Cgil Rieti Roma Est Valle dell’Aniene. “Quei dipendenti, però, devono ancora essere pagati della Tundo”.
La Tundo ha finanziato la Raggi in campagna elettorale
Mentre dipendenti e sindacati si battevano per veder riconosciuto il diritto al lavoro e ai servizi sociali, sottratti ora a 4.500 studenti disabili, la Tundo invece assicurava i suoi servigi alla politica romana, all’allora Sindaca di Roma.
Il 1 luglio 2021 infatti la general manager della società, ha effettuato una donazione (di 1.500 euro) al “Comitato per Raggi” per sostenere Virginia Raggi durante la sua corsa elettorale. Un contributo effettuato dopo aver ricevuto l’ennesima proroga al bando di gara per il servizio di trasporto scolastico, nonostante Roma Capitale fosse a conoscenza dei suoi pregressi, con tanto di interlocuzione del 2020 con Tundo Spa per garantire pagamento stipendi ai dipendenti.
L’endorsement della società in campagna elettorale ha mobilitato comunque diversi esponenti politici tra cui Andrea De Priamo, capogruppo uscente di Fratelli d’Italia in Assemblea Capitolina, Rachele Mussolini, consigliera Fdi, e Monica Lozzi, ex presidente del Municipio VII e candidata a sindaca di Roma che più volte ha sostenuto i dipendenti Tundo.
“A settembre avevamo chiesto all’assessore alla mobilità Calabrese e agli uffici capitolini di non prorogare il contratto alla Tundo, ma la richiesta è stata totalmente soprasseduta”, racconta a Roma Today Monica Lozzi. Raggiunto da Roma Today, l’ex assessore alla mobilità capitolina, Pietro Calabrese, ha sostenuto invece che il suo ufficio fosse “responsabile solo per il filone dei bus per l’erogazione dei servizi a chiamata individuale, non di quelli scolastici”.
Dal canto suo Veronica Mammì, ex assessora alla Persona, Scuola e Comunità Solidale, sostiene che l’indizione della gara che ha visto la Tundo ai servizi scolastici per il 2021 risale ad anni prima, persino del suo insediamento a settembre 2019. “Ce ne sono state tante di interlocuzioni tra Comune e Tundo in questi anni – racconta Mammì a RomaToday – purtropppo c’era già una gara avviata che doveva essere aggiudicata entro dicembre 2020, al Comune non conveniva togliere l’appalto quando era in fase di aggiudicazione. Se avessimo revocato alla Tundo, a chi avremmo affidato la gara in corso? La proroga è stata fatta per consentire la continuità del servizio”.
Qual è lo stato economico della società?
Oggi la Tundo Vincenzo Spa vanta un capitale sociale di 6 milioni e 500mila euro, con bilanci regolarmente documentabili fino al 2019 e diverse compravendite dal 2003 al 2020. L’ultimo anno, stando ai dati in rete, non è possibile ricostruire il bilancio societario.
La società è quotata in borsa e dal novembre 2015. Sono in quotazione all’ExtraMot Pro di Borsa italiana 2,8 milioni di euro di minibond di Tundo Vincenzo srl. I titoli, che sono stati emessi per un massimo di 4 milioni di euro, hanno scadenza 30 novembre 2022 con struttura amortizing e pagano una cedola del 7%.
“Circolava voce in azienda di alcuni Tundo bond – racconta un ex dipendente – ma ci pare impossibile che una società quotata in borsa non riesca a pagare gli stipendi”. Roma Today ha provato a contattare telefonicamente la Vincenzo Tundo Spa e chiedere riscontro dello stato dei pagamenti, bilancio societario e stipendi non pagati dei lavoratori, cercando un primo contatto con l’aministratore Enrico Carmine Antonio Tundo, ma la segreteria della società ci ha risposto che non è possibile parlargli e che sarà il Comune di Roma a intervenire ora sulla vicenda.
A Roma un milione di euro di fatture non pagate
Come già raccontammo, la Tundo Vincenzo Spa fu già nell’occhio del ciclone da giugno 2019 a dicembre 2020 per dei mancati pagamenti, con un contenzioso tra il Comune e la Tundo. Alla base ci sarebbe stato un decreto ingiuntivo arrivato a Roma Capitale per oltre un milione di euro di fatture non pagate. O meglio, pagate per errore a un beneficiario diverso dalla società cessionaria. Una situazione che si è ripetuta, tant’è che a febbraio 2021 la FILT-CGIL ha chiesto in una nota l’erogazione delle mensilità di dicembre 2020 e della tredicesima dei dipendenti Tundo. Così come si sta battendo oggi per gli arretrati di una decina di dipendenti ancora senza stipendi da giugno 2021.
I sindacati e le istituzioni
”Abbiamo chiesto alla commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, un intervento per accertare eventuali responsabilità in capo all’amministrazione Comunale che eroga il servizio, nel rispetto dei compiti che la legge le attribuisce ” – sosteneva a settembre la Cgil-Filt Cgil Roma e Lazio su trasporto disabili – “Ribadiamo comunque la nostra disponibilità a un confronto serio con Roma Capitale per individuare percorsi alternativi che possano portare a una soluzione del problema”. Alessandro Farina, delegato sindacale per l’area Rieti Roma Est Valle dell’Aniene, ha inviato in questi giorni una nota al prefetto una nota Matteo Piantedosi, chiedendo l’apertura di un tavolo.
Il 26 ottobre si è svolto inoltre un incontro tra gli uffici dell’Amministrazione Capitolina e i rappresentanti sindacali (Filt-Cgil) della Tundo Spa. Il Comune ha garantito “l’impegno costante a risolvere in pochi giorni le criticità relative al servizio di trasporto studenti e persone con disabilità, sempre nel rispetto dei diritti di utenti e lavoratori”. Mentre mercoledì 27 ottobre sono state convocate le due ditte che gestiscono l’appalto (Tundo e Arriva Italia) “per individuare le modalità in grado di limitare al massimo i disagi per i cittadini”.
Durante gli incontri, la nuova Amministrazione Capitolina, guidata da Roberto Gualtieri, ha rilevato che Arriva Italia sta svolgendo regolarmente il servizio e ha chiesto alla ditta Tundo la disponibilità a proseguire il servizio facendo intervenire una surroga da parte del Comune, per permettere il pagamento delle mensilità arretrate di stipendi dei dipendenti, accogliendo così la richiesta del sindacato. L’azienda Tundo ha risposto positivamente, dichiarando la sua disponibilità a garantire al più presto l’esercizio della surroga e ieri l’Amministrazione Capitolina, azienda e sindacato hanno partecipato a un incontro per rendere effettiva la surroga.
Allo stesso tempo, la nuova Amministrazione Capitolina ha comunicato il proprio impegno per accelerare i tempi relativi alla gara in corso (procedura che prevede la clausola sociale per i lavoratori) evitando così nuove proroghe.
Dal 3 novembre ripristino del servizio di trasporto scolastico
Proprio ieri è stato raggiunto l’accordo tra l’azienda Tundo Vincenzo Spa e i sindacati FILT CGIL per il ripristino progressivo del servizio di trasporto scolastico delle persone con disabilità a partire da mercoledì 3 novembre con 55 linee, per arrivare alla piena operatività il 15 novembre con 136 linee.
L’accordo stabilisce il subentro dell’Amministrazione capitolina, come previsto dal Codice dei contratti, nel pagamento degli stipendi arretrati: la prima tranche entro il 16 novembre, mentre le organizzazioni sindacali favoriranno il rientro a lavoro parallelamente alla graduale rimessa in servizio dei mezzi revisionati, manutenuti e nel rispetto di tutti gli adempimenti amministrativi.