A processo sedicenti sordomuti (romeni) a caccia di offerte dai passanti

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Il fatto c’è ma è tenue. E’ l’epilogo processuale toccato nel primo pomeriggio di ieri a tre sedicenti sordomuti tutti di origine romena – due ragazzi e una ragazza – pizzicati il 9 aprile del 2019 in centro dalla polizia locale a tormentare i passanti per chiedere un obolo, soldi che in realtà spesso vanno poi ad alimentare specifici racket.

Redazione il resto del carlino

RAVENNA – Per i tre, il viceprocuratore onorario Pietro Plachesi aveva chiesto una condanna a 2 mesi di arresto e 2.000 euro di multa a testa per accattonaggio molesto in concorso.

Il giudice Tommaso Paone, al netto dell’istruttoria, ha però inquadrato il fatto nel cosiddetto 131-bis (particolare tenuità) di conseguenza ritenendolo non punibile. I tre – di 21, 22 e 25 anni difesi dagli avvocati Luca Orsini, Mauro Faccani e Giacomo Scudellari – erano stati identificati in tarda mattinata. Un ispettore della Municipale libero dal servizio, era stato avvicinato da una ragazza mentre si trovava in un negozio della centralissima via Cavour e aveva ricevuto la classica richiesta: quella di firmare una petizione e di elargire un contributo. La giovane aveva pure mostrato una cartellina con la bandiera italiana, il simbolo handicap – logo sordomuti e la scritta “certificato regionale per persone non udenti e fisicamente disabili: desideriamo aprire un centro internazionale per bambini poveri grazie mille“. E sotto, come a dare maggiore forza alla manovra, ecco una lista di nomi affiancati da città e cap. Quella ragazza aveva poi agganciato altre persone in negozio, quindi era uscita in strada.

Poco dopo aveva incrociato un giovane, pure lui tra i tre imputati: i due avevano quindi proseguito verso piazza del Popolo tentando anche di agganciare una scolaresca che stava uscendo da un bar. L’ispettore aveva quindi avvisato il comando: e i due erano stati intercettati in via Costa dopo avere provato ad agganciare numerosi altri passanti e avere cercato di disfarsi delle cartelline lungo il percorso, forse perché si erano accorti degli agenti alle loro calcagna. I due avevano proseguito fino a Largo Firenze dove entrano entrati in una Bmw seguiti a breve dal terzo imputato: in totale avevano racimolato monete e banconote per quasi 67 euro.

Nella vettura c’erano altri fogli scritti pure in inglese.

 

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