Un cartello sulla spiaggia di Sant’Isidoro, frazione costiera di Nardò, fa gridare all’apartheid: il Comune di Nardò, con tanto di logo dell’ente, ci ha fatto scrivere sopra “spiaggia per disabili” e lo ha piazzato davanti all’ingresso. Vito Berti, ‘paladino’ dei diversamente abili e componente del coordinamento Puglia di Enil Italia, l’European network on independent living, contesta la cattiva comunicazione: “Dalle immagini si evince l’esatto livello di civismo dei responsabili del Comune che hanno consentito l’affissione di quel vergognoso cartello. Il sindaco lo faccia togliere immediatamente”.
Redazione Bari Repubblica
Paolo Paladini, garante dei disabili nella vicina Leverano aggunge: “Ci dobbiamo opporre con tenacia e costanza a una politica che, soltanto per aver installato qualche rampa, si arroga poi il diritto, per discriminazione palese nei riguardi di qualcuno o, peggio ancora, per banale ignoranza, di affiggere quelle scritte oltraggiose alla dignità umana, capaci di annientare in un solo colpo anni e anni di dure conquiste. Si corra presto ai ripari. Non c’è nient’altro da dire”.
Tutto avviene nella città, Nardò, nella quale solo poche ore fa la ministra leghista per le disabilità, Erika Stefani, è venuta in visita accompagnata dal sindaco Pippi Mellone.
“Il ghetto dei disabili non è cosa che si può sentire e vedere – dice l’onorevole pentastellata Soave Alemanno – Sembra che abbiano allestito un recinto dove, chi ci passa davanti, sa che lì ci sono i disabili. Uno scivolone dell’amministrazione comunale che ha pochi precedenti”. Alemanno annuncia provvedimenti: “Vista la gravità del caso – continua – presenterò un’interrogazione in commissione Affari sociali proprio per fare chiarezza sul caso e chiedere la rimozione dei cartelli ritenuti offensivi e contrari alla legge”.
“Paletti e cordicella a delimitare un’area della spiaggia, ma forse sarebbe meglio chiamarlo ‘ghetto’, dove un cartello ben in vista spiega che è ‘riservata ai soli disabili’. I cartelli posizionati lungo l’area – conclude la parlamentare – sono del tutto fuorvianti e discriminanti perché invece di indicare una possibilità di accesso facilitato destinata al pubblico e predisposta proprio per i disabili, sembrano siano utilizzati per descrivere un’area demaniale chiusa in cui non sono ammessi tutti i visitatori ma solo persone con determinate qualità soggettive. Episodi come questo purtroppo ci confermano nella necessità di portare avanti un impegno forte e deciso per superare stereotipi e pregiudizi insopportabili”.
Dopo le severe critiche arriva anche la reazione del Comune a nome dell’assessora al Welfare, Maria Grazia Sodero: “I cartelli, che miglioreremo per rispettare la sensibilità di tutti, sono stati installati poiché della gente maleducata occupava quello spazio senza diritto mentre la delimitazione è un obbligo di legge, previsto per identificare l’area in concessione”.