Il governo è al lavoro per la riapertura delle scuole per settembre. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, presenterà nei prossimi giorni alle Regioni il piano per settembre. Le linee guida ricalcano le indicazioni del CTS.
Il piano presentato dal Ministero alle Regioni tocca diversi aspetti, dall’utilizzo delle mascherine – anche quelle trasparenti laddove sia necessario per favorire una più agevole comunicazione – all’importanza del distanziamento, che non sarà comunque imprescindibile. Resta alta l’attenzione anche sul tema dei trasporti, ma sembra inevitabile il ricorso allo scaglionamento degli orari per l’inizio delle lezioni.
Arrivare alla ripresa dell’anno scolastico con almeno il 60% degli studenti tra i 12 e i 19 anni vaccinati (2,4 milioni di persone, 2 se si considera solo chi frequenta le superiori) – percentuale che per il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo è raggiungibile entro la prima decade di settembre – utilizzo della mascherina e distanziamento, con possibilità però di superamento della misura laddove non sia possibile mantenere il metro di distanza, capienza dei traporti pubblici all’80% ed eventuale scaglionamento degli orari d’ingresso, anche se sarebbe preferibile dilazionare quelli degli uffici pubblici anziché della scuola.
Piano Scuola 2021, le anticipazioni
In base a quanto si legge sul testo del piano, la presenza fisica, in classe, viene ritenuta dagli esperti necessaria, non solo per la formazione degli studenti, ma anche come momento indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico e di strutturazione della personalità, con gravi danni a lungo termine nell’eventualità contraria.
Il CTS, in considerazione della progressiva copertura vaccinale nella popolazione generale, “ritiene assolutamente necessario dare priorità alla didattica in presenza per l’a.s. 2021/2022” raccomandando, laddove possibile, di mantenere il distanziamento fisico, ma “pagando attenzione a evitare di penalizzare la didattica in presenza. … Laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico”.
Vaccinazione
Per garantire il ritorno alla pienezza della vita scolastica, dunque, secondo gli esperti, sarà essenziale che il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni, contribuendo al raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale e alla ripresa in sicurezza delle attività e delle relazioni proprie del fare scuola.
Laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico, resta fondamentale l’uso della mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico o di comunità, per tutti gli studenti sopra i sei anni di età. Le mascherine in classe si dovranno tenere quando non sia possibile il distanziamento da seduti. Laddove per motivi straordinari questo tipo di misura non possa essere mantenuta, sapendo che è un livello più basso di sicurezza si può adottare almeno la mascherina chirurgica, non qualsiasi mascherina.
Tracciamento e screening
In vista della ripresa della frequenza scolastica, non appare necessario, secondo quanto evidenziato dal CTS effettuare test diagnostici o screening preliminari all’accesso a scuola ovvero in ambito scolastico. Rimangono, di converso, confermate le ordinarie procedure di trattamento di sospetti casi positivi a scuola da gestire, come di consueto, in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti.
Cura degli ambienti
Il Comitato conferma la necessità di continuare ad assicurare il rispetto delle ordinarie misure di areazione dei locali e della pulizia quotidiana, “accurata e ripetuta”, di tutti gli ambienti. Dovrà pure proseguire la pratica dell’igiene delle mani e la messa a disposizione di erogatori di prodotti disinfettanti, già ordinariamente adottati dalle istituzioni scolastiche.
Valorizzare la flessibilità derivante dall’autonomia delle istituzioni scolastiche
Sulla base delle situazioni concrete, riferisce ancora il piano nella parte riguardante le azioni in continuità con l’anno scolastico precedente, quali gli spazi a disposizione, le esigenze delle famiglie e del territorio, l’organizzazione dei trasporti, resta ferma l’opportunità per le istituzioni scolastiche di avvalersi delle forme ordinamentali di flessibilità derivanti dall’autonomia.
Queste potranno contemplare, ad esempio: – riconfigurazione dei gruppi-classe in gruppi diversi; – articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; – frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando le soluzioni in relazione alle fasce di età ai diversi gradi di istruzione; – aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari; – diversa modulazione settimanale del tempo scuola, su delibera degli Organi collegiali competenti.
Le istituzioni scolastiche avranno cura di garantire, a ciascun alunno, la medesima offerta formativa, ferma restando l’opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale.