Chiusa la Conferenza nazionale di Anmic
Il presidente Nazaro Pagano delinea i parametri sui quali costruire il nuovo welfare: supporto alla domiciliarità (Fondo per la non autosufficienza), supporto ai caregiver familiari, percorsi di vita indipendente e processi di de-istituzionalizzazione, revisione dei Lea e dei Lep, inclusione lavorativa…
ROMA – “L’eliminazione delle barriere alla partecipazione sociale e la promozione di contesti inclusivi devono rappresentare gli obiettivi imprescindibili delle nuove politiche del welfare”. Questa, in sintesi, la richiesta prioritaria avanzata dal presidente nazionale Anmic, Nazaro Pagano, al termine della Terza conferenza nazionale Anmic che si conclude oggi a Roma.
“Il superamento del modello basato sulla soddisfazione di bisogni standardizzati – ha spiegato – deve evolvere verso un sistema in grado di garantire ad ognuno di poter godere dei necessari sostegni personalizzati. Il progetto di vita individuale, corredato di un apposito budget di progetto, deve tenere prioritariamente conto di desideri, aspettative e scelte delle persone con disabilità e garantire di poter vivere, nei vari contesti di vita, nel modo più autonomo ed indipendente possibile”.
La personalizzazione dei sostegni va poi centrata sulla valorizzazione e sul potenziamento delle abilità possedute, anche avvalendosi delle risorse socio-sanitarie disponibili sul territorio. “In questa direzione – ha proseguito Pagano – il welfare italiano deve trasformarsi in un welfare di inclusione e prossimità, integrando le competenze nazionali e regionali”.
Diritto alla partecipazione. Sottolinea il presidente dell’Anmic: “Vanno anzitutto superate le attuali diseguaglianze e discriminazioni spesso create dalla società, che disabilita le persone considerate ‘indesiderabili’, creando vulnerabilità e limitazioni. L’approccio non discriminatorio, tutelato dalle leggi italiane ed internazionali, è alla base di tutte le nostre proposte, per garantire equità, uguaglianza di opportunità e piena cittadinanza”.
Le richieste dell’Anmic al Governo
“L’attuale sistema dei servizi di welfare – aggiunge il presidente di Anmic – è inadatto a dare risposte adattabili alle persone con disabilità. Occorre da subito investire in un’azione sociale che tenga conto: della necessaria lotta alla segregazione e del relativo supporto alla domiciliarità (Fondo per la non autosufficienza); del supporto ai caregiver familiari affinché possano operare all’interno di un sistema integrato di interventi e servizi di sostegno. Non basta solo un mero contributo economico per gestire le complesse necessità della persona con disabilità”.
Inoltre, occorre tener conto “della necessità di organizzare gli interventi mirati a percorsi di vita indipendente (Fondo per la Vita Indipendente); del bisogno di definizione di piani nazionali per avviare processi di de-istituzionalizzazione e di contrasto ad ogni forma di segregazione con sostegni alla vita autonoma, indipendente e alla domiciliarità. Sostegni necessari per garantire la scelta di dove, come e con chi vivere, anche in modo supportato, ‘durante e dopo di noi’”.
Necessaria quindi, per Pagano, “una nuova definizione normativa della disabilità, la revisione dei LEA sanitari, la definizione e l’adozione dei LEP (Livelli essenziali di prestazione) sociali, anche tramite la ricomposizione complessiva della spesa occorrente in capo ad un capiente Fondo nazionale, tale da rispondere al fabbisogno della generalità delle persone con disabilità e non autosufficienti”.
Altra priorità, per il presidente di Anmic, è “la definizione di percorsi di concreta inclusione nel mondo del lavoro completando riforme e interventi previsti dal Programma governativo per l’attuazione dei diritti delle persone con disabilità e prorogando, consolidando e strutturando gli istituti e le soluzioni sperimentate durante il periodo emergenziale atte a garantire il reale accesso e mantenimento dell’occupazione, la garanzia del pieno godimento del diritto ai percorsi di inclusione scolastica. Non può, inoltre, venir meno il sostegno anche ai servizi semiresidenziali e residenziali, che rischia ormai in pochi mesi di crollare e di lasciare centinaia di migliaia di persone con disabilità, soprattutto grave e non autosufficiente, prive di protezione”.
In conclusione, il presidente Pagano ha ringraziato gli oltre 200 presidenti provinciali, regionali e dirigenti territoriali Anmic intervenuti alla Conferenza. Donne e uomini che, insieme a migliaia di soci e volontari Anmic su tutto il territorio nazionale, hanno posto gli interessi dei cittadini disabili innanzi a quelli personali, per continuare il loro impegno al fianco dei più fragili durante la pandemia.
“So bene i rischi che avete corso, i sacrifici che avete sopportato in questi mesi difficili – ha detto Pagano -. Grazie per aver continuato a svolgere quel ruolo e quella funzione per cui Anmic, nel 1956, fu costituita. Grazie perché le nostre attività di supporto, di consulenza, di assistenza non si sono mai arrestate. Grazie per essere sempre rimasti vicino alle persone con disabilità”.