Ancora una perizia, ma su pericolosità sociale, per 45enne accusato di tentato omicidio di una donna
L’episodio nel gennaio del 2020 al rione Libertà. L’uomo già definito incapace di intendere e di volere al momento del fatto, ed incapace di stare in giudizio
Tutto era accaduto nella zona di piazza San Modesto, teatro di una lite con la donna, che nel sbattere il portone del palazzo in cui entrambi vivono, avrebbe colpito l’indagato. Uno scontro verbale poi degenerato quando l’allora 45enne, rientrato nel suo appartamento, si era munito di un coltello con il quale aveva centrato la malcapitata, ricoverata al Rummo in prognosi riservata.
Difeso dagli avvocati Vincenzo Sguera e Viviana Olivieri, l’uomo era stato sottoposto a fermo dalla Squadra mobile in una inchiesta del sostituto procuratore Maria Colucci. Comparso dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, aveva chiesto scusa, attraverso l’assistenza della sorella, che conosce la lingua dei segni, per ciò che aveva combinato, spiegando il gesto con la provocazione che, a suo dire, avrebbe subito.
Era finito in carcere, poi, dopo la perizia del dottore Vergineo decisa nel corso dell’incidente probatorio chiesto dal Pm, che aveva concluso per l’incompatibilità tra le sue condizioni e la detenzione a Capodimonte, nei suoi confronti era stata adottata la misura di sicurezza della libertà vigilata in una struttura psichiatrica, nella quale è ancora ospitato.