Sei sordomuti che hanno riacquistato parola e udito grazie a San Francesco

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Archivio fotografico Sacro Convento

Le guarigioni sono riportate nel “Trattato dei Miracoli”

Nel “Trattato dei miracoli” ci sono numerose testimonianze di sordomuti a cui, per intercessione di san Francesco d’Assisi, è tornata la parola.

di Gelsomino Del Guercio

L’IMMAGINE DI CERA VOTIVA

«Un giovane, di nome Villa – si legge nel Trattato – non era in grado né di camminare né di parlare. Per lui la madre fece fare un’immagine di cera votiva, e la portò con grande devozione al posto ove il padre Francesco riposa. Tornando a casa, trovò il figlio che camminava e parlava».

L’UOMO CHE VOMITAVA SANGUE

Un uomo nella diocesi di Perugia, privo totalmente della lingua e della parola, «teneva la bocca sempre spalancata e mugolava orribilmente. Aveva infatti la gola molto gonfia e tumida. Giunto al luogo in cui giace il santissimo corpo, volendo raggiungere su per i gradini la tomba, prese a vomitare gran quantità di sangue e così, stupendamente liberato, riprese a parlare e ad aprire e a chiudere la bocca, in modo naturale».

IL SASSO IN GOLA

Una donna, riporta il “Trattato”, a causa di un sasso che le si era conficcato in gola, subì una forte infiammazione, e le si inaridì la lingua, sì che non poteva né parlare, né mangiare, né bere. Essa, pur avendo tentato molte cure, e non sentendo alcun rimedio e sollievo, si votò col cuore al beato Francesco e, tosto, apertasi la gola, vomitò fuori la pietra che la ostruiva». Un altro caso di guarigione per intercessione di san Francesco è quello di «Bartolomeo della città di Arpino, diocesi di Sora, privo da sette anni dell’udito: invocò il nome del beato Francesco, e riottenne l’udito».

LE GUARIGIONI IN SICILIA

Anche «In Sicilia, una donna, del paese di Piazza Armerina, privata dell’uso della parola, si rivolse con le parole del cuore al beato Francesco e riacquistò la grazia della desiderata parola». Sempre in Sicilia, nella città di Nicosia, «un sacerdote, secondo l’abitudine, si levò per il mattutino e, richiesto da un lettore della benedizione solita, brontolò non so qual barbara risposta. Così impazzì e, riportato a casa, perdette quasi del tutto la parola per un intero mese. Egli, poi, per suggerimento di un uomo di Dio, fece voto a san Francesco e riacquistò, liberato dal male, I’uso della parola».

 

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