Uscirà l’8 aprile su tutte le piattaforme digitali l’EP musicale Epìtome, scritto e interpretato da Maria Roveran (Ròveran) e composto da Joe Schievano, è un vero e proprio “sunto” musicale multi-linguistico, che esplora diverse suggestioni sonore che vanno dall’Elettronica Sperimentale all’Ambient, e in cui si colgono le più svariate influenze musicali – da Brian Eno ad Apparat, da Alva Noto a Battiato, passando per Ryuichi Sakamoto.
L’EP è composto da tre brani musicali (Non Importa; Xì; Chest Mar), scritti in tre lingue differenti e accumunati da un nuovo senso di “tribalità” intesa come rivelazione di appartenenza alla comunità contemporanea e come espressione di tre linguaggi (voce, musica e video).
Il primo brano è Non Importa dalla struttura più definita e “riconoscibile” dal punto di vista cantautorale. È un brano tanto sperimentale quanto classico, in cui il beat sorregge il movimento e la narrazione, lasciando spazi di vocalità “rituali”.
La tematica centrale è l’accettazione, la capacità di accogliersi e ricongiungersi l’uno con l’altro, liberandosi di ogni forma di pregiudizio.
La seconda traccia, Xì, è in lingua cinese ed è caratterizzato da sonorità elettroniche destrutturate. Qua Ròveran sfrutta le peculiarità fonetiche della lingua per creare delle vere e proprie distorsioni sonore.
Il brano parla di come la vita sia un imperituro alternarsi tra morte e rinascita e il testo è stato tradotto dall’attore e autore italo-cinese Yang Shi Yang.
Il terzo ed ultimo brano, Chest Mar, è quello più poetico e solenne, assimilabile ad una “colonna sonora immersiva”. Echi di voci antiche chiamano dal mare, “voci di sirene” che riportano alla potenza seduttiva e misteriosa delle acque, mentre una voce calda narra l’amore e il senso di appartenenza.
L’EP nel suo insieme sintetizza tre diverse esperienze artistiche: quella dell’attrice e cantautrice per il cinema e il teatro Maria Roveran, quella del compositore e Sound Designer Joe Schievano e quella del Visual Artist Furio Ganz.
La composizione e produzione musicale, realizzata da Schievano con la collaborazione di Matthew S., fonde il sound elettrico con contributi organici, creando brani immersivi ed evocativi anche con un approccio di tipo “cinematic”.
Dopo anni di esperienze cinematografiche e teatrali (sia come attrice che come autrice ed interprete), Maria Roveran sperimenta così l’interdipendenza performativa di voce, musica e immagine. L’artista, infatti, riesce a performare non solo attraverso la musica ma anche con i Visual realizzati da Furio Ganz, che con la sua camera si muove in sinergia, quasi fosse un tutt’uno, con il corpo della Roveran, ne segue il suo atto performativo senza mai invaderlo e cogliendone l’essenza.
Uno stilema artistico, questo, che si concilia perfettamente anche con la sensibilità e la cifra stilistica di Schievano, che da sempre compone musica per immagini in movimento – “le immagini sono perfetti contenitori di soundtrack” (J. Schievano).