Celebrata con un evento in streaming la “XIV Giornata nazionale del Braille” dedicata al sistema di comunicazione ideato nel 1829 e che ancora oggi è considerato “via maestra per l’inclusione e l’accesso alla cultura”. All’iniziativa online la prima “uscita pubblica” del neo ministro Erika Stefani. Barbuto: «La sua presenza ci ha trasmesso speranza e voglia di fare»
Dal 1829 il sistema Braille resta uno strumento insuperato con cui i non vedenti possono scrivere, leggere e comunicare. Un mezzo di integrazione – sottolineano all’Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) alla vigilia della XIV Giornata nazionale del Braille che si celebra domenica 21 febbraio. Per l’occasione l’Uici ha organizzato insieme al Club Italiano del Braille un evento dal titolo “Braille: via maestra per l’inclusione e l’accesso alla cultura”.
Un appuntamento in streaming con piccole performance musicali di artisti non vedenti, sessioni di lettura tra scrittori di fama come Maurizio De Giovanni e disabili visivi, testimonianze di classi scolastiche in cui il Braille è patrimonio di tutti gli alunni, interventi istituzionali e tra questi la prima uscita pubblica del neo ministro alle disabilità, Erika Stefani che ha annunciato il suo impegno a farsi «carico delle istanze delle persone con disabilità, tra cui quella visiva, a partire dall’ascolto e dal confronto con organizzazioni come Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti perché c’è bisogno di lavorare insieme, immaginando insieme il futuro e affrontandolo con ottimismo». Da parte sua Mario Barbuto, presidente dell’Uici ha commento: «La presenza del ministro, tra noi, un po’ a sorpresa, è quello che vorremmo e ci aspetteremmo da ogni persona delle Istituzioni e della Politica. La sua presenza, inoltre, ci ha trasmesso speranza e voglia di fare, e ci conferma la volontà del nuovo Governo di proseguire con ancora più forza sulla strada del sostegno, valorizzazione e inclusione dei cittadini più svantaggiati. Siamo pronti e determinati a lavorare insieme al ministro» ha proseguito Barbuto, «a partire dalle nostre proposte sul Recovery plan, inviate alla Camera qualche giorno fa, e che puntano ad affrontare il tema delle disabilità con una progettualità a tutto tondo. È urgente in particolare rafforzare innovazione tecnologica e digitale, prevenzione e riabilitazione funzionale e dare piena cittadinanza alle persone con disabilità. Siamo certi che su questi aspetti troveremo un interlocutore competente e attento».
Il presidente Barbuto nel corso dell’evento ha sottolineato come il Braille sia ancora oggi «l’unico strumento di apprendimento diretto e autonomo per un disabile visivo, l’unico applicabile a qualsiasi disciplina del sapere, dalla musica alle lingue straniere, e come tale indispensabile per insegnare a migliaia di ciechi e dare loro istruzione, lavoro, cultura, cioè il diritto a essere cittadini tra i cittadini». Barbuto ha poi ricordato la necessità di valorizzare e diffondere «maggiormente tra gli insegnanti, le famiglie, il personale di assistenza e tutta la collettività» il sistema Braille che in questa fase di emergenza sanitaria è ancora più urgente, «come ricorda l’Oms, i non vedenti sono i più esposti al rischio contagio perché usano il tatto per leggere e in generale per interagire con il mondo. Come Uici vogliamo quindi cogliere questa occasione di celebrazione anche per ribadire la necessità di una attenzione mirata sul piano di vaccinazione delle persone non vedenti, estesa anche ai loro assistenti e accompagnatori, perché non siano ulteriormente penalizzati nella loro fragilità».
Da parte sua Nicola Stilla, presidente del Club Italiano Braille ha auspicato un aumento nella diffusione dell’alfabeto Braille «a partire dal potenziamento della formazione che dovrebbe riguardare l’intero corpo docente per una didattica sempre più efficace e inclusiva, e da un’attività di sensibilizzazione culturale su questo argomento». Stilla ha anche ricordato che «c’è ancora molta strada da fare sotto il profilo dell’informazione agli utenti, le scritte in Braille dovrebbero ad esempio essere apposte su un numero crescente di categorie merceologiche di prodotto, come è stato nel caso dei farmaci, e stiamo vedendo sui detersivi e il vino».
In questo contesto, il presidente della Federazione Italiana Pro Ciechi Rodolfo Masto ha illustrato una novità assoluta per il mondo della disabilità visiva frutto dell’impegno di Fondazione Lego: i Lego Braille Bricks. Si tratta di un’edizione speciale dei famosi mattoncini per la prima volta adattati per poter essere utilizzati dai bambini ciechi e ipovedenti. Su ogni mattoncino sono stati disposti i sei “bottoni” per l’incastro dei pezzi in maniera da rappresentare le lettere e i numeri dei 6 punti del codice di scrittura e lettura Braille.
Lo scopo di questo innovativo progetto sociale, che ha coinvolto 20 Paesi tra cui l’Italia attraverso la Federazione Pro Ciechi di Roma e per impulso dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, è di rivolgersi non solo a un pubblico di bambini ciechi ed ipovedenti, ma a tutti i bambini affezionati a questo intramontabile gioco, quindi un sussidio didattico inclusivo da condividere fra ciechi e vedenti.
Le confezioni di Lego Braille Bricks, prodotte per ora in tredici lingue, sono distribuite da Lego Foundation gratuitamente. Del prototipo italiano, supervisionato e testato dall’Istituto dei Ciechi “Cavazza” di Bologna, è stata avviata la produzione in Danimarca, mentre la Federazione Nazionale Istituti Pro Ciechi, con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, si occuperà della distribuzione presso i Centri di Consulenza Tiflodidattica di Uici e le sue sezioni territoriali, scuole, istituzioni culturali impegnate in ambito pedagogico e altri luoghi collettivi, escludendo qualsiasi forma di commercializzazione