SI CHIAMA “SAIS – SENSIBILIZZAZIONE, ACCESSIBILITÀ E INDIPENDENZA DELLE PERSONE SORDE”
Il progetto presentato in forma consortile da Regione Umbria e Regione Marche e ammesso a finanziamento per 349mila 500 euro con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4 dicembre 2020: lo rende noto l’assessore alla salute e al Welfare della Regione Umbria, Luca Coletto, precisando che l’iniziativa verrà realizzata a partire da marzo, in partenariato con ENS Umbria, l’associazione maggiormente rappresentativa delle persone sorde e con ipoacusia della nostra regione (selezionata previo avviso pubblico), e con ENS Marche.
“Grazie al progetto, che conta sulla proficua collaborazione interregionale avviata con le due associazioni – ha spiegato Coletto – abbiamo ora a disposizione maggiori risorse per promuovere e garantire il rispetto dei principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, nella fattispecie dei diritti delle persone sorde e con ipoacusia. La sordità non si vede – prosegue – ed è riconoscibile solo al momento di comunicare, ma intorno ad essa si innalzano temibili nemici silenziosi, le barriere della comunicazione, che rendono estremamente difficile – se non impossibile – l’accesso ai servizi anche basilari”.
L’assessore ha ricordato, inoltre, che “secondo dati diffusi dal Ministero della Salute e recentemente confermati dalla Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università di Torino viene segnalata una percentuale del 10-12 per cento della popolazione italiana – 7 milioni di persone – che soffre di disturbi uditivi. In tale prospettiva è ipoacusica una persona su tre dopo i cinquant’anni e due su tre oltre i settantacinque anni.
In Italia sono più di mezzo milione le persone adulte con sordità grave invalidante – ha proseguito – che con difficoltà vedono riconosciuto il proprio diritto ad accedere alle risorse sociali, umane, culturali offerte dalla nostra società. La progettualità presentata, quindi, prevede azioni finalizzate all’abbattimento delle barriere culturali e comunicative che impediscono o limitano in concreto il diritto fondamentale all’inclusione e alla partecipazione attiva nella società”.
- In particolare, il servizio di interpretariato LiS si è rivelato fondamentale in questa fase di emergenza sanitaria che ha modificato le modalità di lavoro e formazione.