Suor Veronica Amato Donatello: tra fede e disabilità

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Questa volta dalla rubrica “Oltre la disabilità” desideriamo raccontare la storia di Suor Veronica Amato Donatello.

Chi inizia a suor veronica amatoleggere questo articolo si chiederà cosa ci azzecca una suora o una messa trasmessa in tv con il tema della disabilità.

Suor Veronica la potremo definire l’orecchio di chi non sente visto che conosce il linguaggio dei segni. Suor Veronica è un volto noto per chi segue la messa del Papa o le varie celebrazioni di una certa importanza trasmesse in tv. Suor Veronica traduce nella lingua dei segni le parole del Papa durante le celebrazioni, gli incontri pubblici e tutti i momenti di preghiera. Così come scrive La Repubblica in un articolo a firma di Paolo Rodali, l’attenzione da parte della chiesa nei confronti delle persone con disabilità in Italia è nata proprio quest’anno in occasione del primo lockdown. Ma ci si chiede, era necessario un lockdown per affrontare il problema? Il problema del dare la possibilità di seguire la messa c’è stato sempre.

Il 27 marzo scorso, in occasione di un momento di preghiera da parte di Papa Francesco, è stata la prima volta in cui suor Veronica si è messa a servizio della tv per permette anche ai telespettatori sordi di poterla seguire. Per suor Veronica la disabilità non è un mondo del tutto nuovo perché già presso la sua famiglia erano presenti delle persone sorde, i suoi genitori e alcuni dei suoi parenti. Quindi Suor Veronica impara la lingua dei segni inizialmente come necessità per poter comunicare con i propri congiunti, ma poi decide di mettere la sua abilità a disposizione della comunità cristiana ponendo la sua attenzione sul problema dell’integrazione sociale delle persone con disabilità. Oltre a parlare la lingua dei segni Suor Veronica si sta occupando di tradurre i testi sacri nella lingua dei segni con dei supporti video per accompagnare le persone sorde.

Testi riconosciuti dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che ha anche pubblicato sul proprio sito (al link https://www.chiesacattolica.it/?s=lingua%20dei%20segni).

Il 3 dicembre del 2016, in occasione della Giornata Internazionale sulla disabilità il presidente della Repubblica ha voluto conferire alla suora pescarese un premio per il suo impegno verso l’inclusione delle persone con disabilità. Suor Veronica così come Papa Francesco è per l’inclusione piena delle persone con disabilità anche nelle parrocchie, negli oratori, e negli altri luoghi di aggregazione dove non ci devono essere barriere architettoniche.

Penso che Suor Veronica non si riferisse solamente a questo tipo di barriere ma anche a quelle mentali che ancora sono presenti anche in questi ambienti, anzi forse più di altri contesti sociali, ne parliamo in maniera generale; immaginiamo ad esempio una persona con disabilità che fa il catechista o che abbia delle difficoltà di linguaggio e che faccia parte del coro parrocchiale. In realtà in quest’ultimo ruolo mi ci ritrovo, nonostante la mia disabilità mi comporti delle difficoltà di linguaggio da quasi 20 anni faccio parte del coro della parrocchia di San Giorgio grazie alla sensibilità del parroco e dei membri del coro.

Altro discorso, cosi come spiega Suor Veronica, riguarda coloro che presentano una disabilità intellettiva, per loro sono necessari degli strumenti digitali che consentono di accedere ai testi sacri, oppure di utilizzare le immagini, quindi la comunicazione visiva, in modo da consentire a tutta l’assemblea di partecipare attivamente alle celebrazioni. Si potrebbero inoltre stampare i fogli della messa anche in braille ma questo si capisce bene che si può fare solamente di fronte ad un elevato numero di persone che presentano questo tipo di disabilità.

Per Suor Veronica Amato Donatello, quindi, una chiesa è veramente aperta-inclusiva quando offre tutti gli strumenti necessari per il superamento di tutte le barriere, non solo quelle architettoniche che consentono una piena e attiva partecipazione di tutti i fedeli con disabilità, qualunque essa sia, con strumenti idonei a favorirla. Tutti siamo uguali davanti a Dio e per tanto si deve avere la possibilità di partecipazione.

Andrea Fornaia

 

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