Oltre 117mila alunni disabili e 74mila docenti di sostegno coinvolti nella didattica a distanza. Quale inclusione per loro?

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Da lunedì anche 151 mila alunni calabresi (dalla scuola dell’infanzia alla prima media) e 68 mila alunni toscani (di seconda e terza media) seguiranno le lezioni da casa, come i compagni più grandi.

Salgono ora a 3.894.278, secondo i calcoli di Tuttoscuola, gli alunni complessivamente impegnati nella didattica a distanza, il 46,2%del totale.

Anche la Campania, come la Toscana, è diventata zona rossa, ma non c’è un maggiore effetto sulla scuola rispetto alla scorsa settimana in quanto il Governatore De Luca aveva già imposto lo didattica a distanza per tutte le classi.

Mano a mano che la geografia della pandemia tende a colorarsi dal giallo al rosso, la scuola si sposta dagli edifici scolastici alle case degli studenti. Tuttoscuola tiene aggiornata la contabilità di questo fenomeno di “scuola diffusa”, ponendo ora l’accento sull’aspetto più delicato.

Tra i quasi 4 milioni di studenti in Dad c’è una categoria che, come già avvenuto nella primavera scorsa, rischia di pagare il prezzo più alto della esclusione dalla scuola: gli alunni con disabilità.

Tuttoscuola dedica a loro un focus. Quanti sono, quanti docenti di sostegno li seguono a distanza, regione per regione. Quali misure ha escogitato il Ministero dell’istruzione per favorire l’inclusione.

Sono 117 mila gli alunni con disabilità nelle scuole statali costretti dal DPCM 3 novembre e dalle ordinanze del Ministro della Salute e dei governatori di Campania e Calabria a starsene a casa e a seguire l’attività didattica a distanza.

E sono circa 74mila i docenti di sostegno che li seguono a distanza, con tutte le difficoltà del caso

Gli alunni disabili restano a scuola? Da soli o con gruppi di compagni?

Il docente preposto al sostegno, costretto ad operare da lontano, non può infatti mettere in atto quei contatti e quegli interventi quotidiani che aiutano a conquistare autonomia operativa. Inoltre, senza l’intervento di un adulto, molti ragazzi con disabilità spesso non sono in grado di utilizzare efficacemente la strumentazione tecnologica per seguire gli interventi in DAD.

Va ricordato che l’ultimo DPCM ha previsto la possibilità della frequenza in presenza per gli alunni con disabilità (e per quelli che devono utilizzare i laboratori) “in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.

C’è chi ha visto in questo un balzo all’indietro nel tempo con il ritorno delle ‘classi speciali’, abolite dalla legge 517 del 1977 proprio con l’obiettivo di realizzare la piena integrazione di tali alunni nelle classi ordinarie.

Per questo il Ministero dell’istruzione ha invitato in una circolare contenente indicazioni sull’applicazione del DPCM gli istituti scolastici ad assicurare il “coinvolgimento anche, ove possibile, di un gruppo di allievi della classe di riferimento, che potrà variare nella composizione o rimanere immutato, in modo che sia costantemente assicurata quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua”.

Una soluzione di incerta applicazione(con quali insegnanti? Soltanto con quelli di sostegno che comunque non possono assicurare la totale copertura oraria?), criticata dalla Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità), favorevole invece a una terza strada: le lezioni domiciliari.

I numeri per Regione

Il numero degli alunni con disabilità nelle classi italiane è cresciuto a dismisura negli anni.

Nell’ultimo decennio si è incrementato del 49%, passando da 181 mila a 269 mila.

Secondo le stime di Tuttoscuola, di questi 269 mila alunni con disabilità, 117 mila si trovano in classi per le quali è stata disposta la didattica a distanza.

In Campania più di 14.500 piccoli alunni con disabilità inseriti nelle scuole dell’infanzia e primaria sono quasi del tutto esclusi dall’utilizzo dei device che li possono tenere collegati con il mondo esterno e con i loro insegnanti. A meno che non vi sia a sostenerli e guidarli a casa qualche familiare.

Complessivamente oltre 4 ragazzi con disabilità ogni 10 (43,7%) sono coinvolti in questa esclusione dalla didattica in presenza (soprattutto negli istituti superiori): 117 mila su 269 mila. Campania e Lombardia, con oltre 50 mila alunni con disabilità complessivi, raggiungono quasi la metà dei ragazzi obbligati a casa e in contatto con la loro scuola tramite la DAD.

In Toscana metà degli studenti disabili studiano in classi per le quali è stata disposta la didattica a distanza. In Veneto solo il 23%. Nelle regioni “gialle” e “arancioni” come noto gli alunni di prima e seconda media continuano ad andare a scuola, a differenza delle zone rosse.

Ecco i dati elaborati in esclusiva da Tuttoscuola:

 

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