Tamponi Coronavirus al drive-in: famiglie chiedono alternative per le persone con disabilità

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In caso di disabilità intellettive o del neurosviluppo, come l’autismo, il prelievo per il tampone del Covid-19 è una procedura spesso invasiva e traumatica

In questi giorni il boom del numero dei contagi di Covid-19 e la riapertura delle scuole stanno portando ad un incremento dei tamponi effettuati sui cittadini, al fine di rilevare i contagi da Coronavirus. Inoltre, in alcuni centri diurni che ospitano persone con disabilità, è previsto a livello regionale che gli utenti siano sottoposti a controlli periodici tramite tamponi.

COME SI FA IL PRELIEVO PER IL TAMPONE
Nella rilevazione del campione delle alte vie respiratorie, sia che venga effettuato un prelievo nasofaringeo (quindi con il bastoncino del tampone nelle narici) che orofaringeo (con inserimento del tampone nella faringe, con l’ausilio di un abbassalingua), chiunque si sia sottoposto al tampone per diagnosi di Coronavirus sa che si tratta di una procedura certamente non dolorosa, ma fastidiosa.

LE DIFFICOLTÀ PER LE PERSONE CON DISABILITÀ
La cosa può diventare però invasiva e mal tollerata (quando non addirittura traumatica) da persone con disabilità psichica o da persone autistiche – si pensi a persone non collaboranti – ancor più se questo genere di prelievi viene fatto nella modalità drive-through(cioè mentre si è seduti in macchina, senza dover scendere, come un drive in).
Per persone, ad esempio, nello spettro autistico, una lunga attesa in auto può diventare estenuante, ancor più se si tratta di bambini, aumentando i livelli di stress che possono sfociare in comportamenti aggressivi e autolesionisti che rendono peraltro difficile se non impossibile lo stesso prelievo (si legga qui l’esperienza di una mamma).

LA PROTESTA DELLE FAMIGLIE
Un gruppo di associazioni di Roma, a questo proposito, si appella proprio alla Regione Lazio, che ha disposto l’apertura di un drive in dedicato al prelievo per tamponi di Coronvairus presso l’Istituto Santa Lucia. Secondo Umberto Emberti Gialloreti, Presidente Consulta H di Roma, e i rappresentanti di Community Sorelle di CuoreOltre lo Sguardo Onlus, Hermes ApsNuove Frontiere e I Guerrieri SPQR, la soluzione scelta dalla regione Lazio sarebbe lontana dalle possibilità di molte persone disabili, soprattutto da quelle con una disabilità psichica o neuroatipiche come le persone autistiche.
Ricordano i firmatari della missiva che per i soggetti con disabilità psichiche è praticamente impossibile pensare di sottoporli ad un tampone di tipo classico, essendo una procedura abbastanza invasiva e impossibile da realizzare senza traumi e in condizioni di tranquillità del soggetto. Si rende perciò necessario non solo l’uso di tamponi rapidi e poco invasivi, ma anche di condizioni ottimali per poterli fare. Sicuramente non è possibile farlo in un drive inmagari con una lunga attesa in auto e in un ambiente precario e poco rassicurante per la persona con disabilità che provocherebbe reazioni incontrollabili e renderebbe impossibile l’esame.
Quali alternative, quindi? Il gruppo suggerisce di affidare la procedura ai reparti di Odontoiatria specializzati per persone non collaboranti che operano sia presso l’Istituto Eastman che presso l’Ospedale San Filippo Neri oppure l’esecuzione dei tamponi a domicilio con la collaborazione e supervisione dei familiari, in un ambiente rassicurante e psicologicamente più adatto.

ALTERNATIVE POSSIBILI
A conferma che il problema è diffuso, e che alternative possono essere percorribilil’esperienza del comune di Fano dove, dopo un confronto con le famiglie che lamentavano le difficoltà dei prelievi vissuti in modo traumatico dai loro figli con autismo, le istituzioni locali hanno previsto la possibilità di effettuare i tamponi direttamente nei centri diurni o anche a domicilio.

 

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