Settimana internazionale dei sordi 2020, tra diritti civili e partecipazione

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Il presidente del consiglio Conte si è impegnato a essere vicino alla comunità sorda, e spiega che la necessità di inclusione nella vita politica e sociale deve partire dal riconoscimento dallo Stato della Lingua dei Segni Italiana (LiS) come negli altri paesi europei

ROMA – Si è conclusa ieri, domenica 27 settembre, la Settimana internazionale dei Sordi 2020, una serie di iniziative che le varie associazioni mondiali a tutela delle persone con disabilità uditive organizzano ogni anno per sensibilizzare l’opinione pubblica, e soprattutto i governi, sulle difficoltà quotidiane e sulle particolari attenzioni che servono per una piena inclusione e partecipazione alla vita sociale e politica delle persone sorde.

Momento clou della settimana è stata, lo scorso 23 settembre a Roma, l’edizione “speciale” della Giornata Mondiale del Sordo. Speciale perché, come tutte le iniziative, ha dovuto fare i conti con le norme anti contagio da covid, costringendo gli organizzatori dell’Ens – Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi Onlus – a promuovere un incontro ristretto tra i vertici della onlus e il presidente del consiglio Conte e a limitare le iniziative collaterali trasformandole in digitali. Niente manifestazioni in piazza, tranne quella di Roma, niente flashmob se non una presenza statica, ma la stessa voglia di ribadire le necessità delle persone con disabilità uditive.

Un evento importante per la comunità sorda perché dà visibilità e forza alle rivendicazioni delle persone con disabilità, di fronte alle istituzioni nazionali. La giornata mondiale del sordo cade sempre l’ultima settimana di settembre e coincide con una serie di iniziative – quest’anno digitalizzate – che danno corpo appunto alla settimana internazionale dei sordi.
Ma, tra le altre cose, coincide anche con il compleanno dell’Ens: l’ente nacque dopo lo storico incontro tenutosi a Padova dal 24 al 26 settembre 1932, per riunire tutte le associazioni che tutelavano fino ad allora in modo frammentato le persone sorde.

Sempre in termini di coincidenze, il 23 settembre è una data storica anche perché viene celebrata la Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni (International Day of Sign Languages – IDSL), un’iniziativa che nasce dalla risoluzione A / RES / 72/161 delle Nazioni Unite adottata nel 2017, che dedica il 23 settembre di ogni anno alle lingue dei segni, alla promozione dell’identità linguistica e della diversità culturale di tutte le persone sorde e segnanti in generale.

Proprio in questa giornata è stata dunque ribadita con forza di fronte al presidente del consiglio Giuseppe Conte la necessità che vengano tutelate in modo particolare le persone sorde – e in generale tutte coloro che hanno una qualche disabilità – ed è stato lanciato un appello, l’ennesimo, perché la Lingua dei Segni Italiana (LiS) sia riconosciuta dallo Stato Italiano, come già avvenuto in diversi paesi Europei.

Infatti il tema della manifestazione della Giornata mondiale del sordo era “Le lingue dei segni sono per tutti!” mentre quello della Settimana internazionale dei Sordi 2020 era “Riaffermare i diritti umani delle persone sorde”: un programma studiato per evitare gli assembramenti ma garantire al tempo stesso la possibilità di farsi vedere dal governo e dei rappresentanti dei vari enti locali. Tra le varie iniziative digitali, l’Ens ha promosso una serie di video – uno al giorno, partendo da lunedì 21 settembre – sui temi “Le Lingue dei Segni”, “Ambienti inclusivi in LiS”, “Giornata Internazionale delle Lingue dei Segni” e il suo riconoscimento legislativo, “pari opportunità per tutte le persone sorde”, “leadership sorda” per concludersi ieri con l’ultima pubblicazione: “Io segno per i diritti umani!”: la battaglia per i diritti civili (diritto alla vita), politici (diritto di partecipare alla società), economici (diritto al lavoro), sociali (diritto all’istruzione), culturali (diritto di appartenere a una minoranza culturale e di usare le lingue dei segni) e collettivi (diritto allo sviluppo e all’autodeterminazione).

Tra i temi discussi con il premier Conte anche quello della scuola, per cercare di superare le barriere che si frappongono al diritto dei ragazzi sordi a un’educazione inclusiva. Conte si è impegnato a essere vicino alla comunità sorda e ha assicurato la centralità degli impegni presi nel lavoro del governo. La stessa ministra Azzolina aveva in una lettera anticipato la volontà di aprire una scuola nuova, per tutti: «Credo di poter dire che grazie all’aiuto di tutti voi, delle vostre lettere, dei messaggi, delle sollecitazioni delle Federazioni che vi rappresentano, siamo riusciti a ricostruire un’alleanza solida, che vi garantirà la ripresa che meritate, coinvolgendo tutti gli attori della comunità educante e dei territori del Paese, in un sistema di governance caratterizzato da responsabilità e interoperatività».

 

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