Il decreto “Agosto” dimentica i lavoratori con disabilità e a rischio

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Giunge al traguardo anche il decreto “Agosto”, oggetto in queste ore di serrati confronti politici e sindacali.

È un atto che si aggiunge al decreto legge del 30 luglio scorso quello che ha esteso l’emergenza COVID fino al 15 ottobre e ha prorogato una lunga serie di provvedimenti già attivati nella prima fase della emergenza.
Purtroppo nessuno di questi riguarda i lavoratori con disabilità e familiari di persone con disabilità grave.

Né il decreto del 30 luglio né il decreto legge in via di approvazione in queste ore, se si esclude un aleatorio diritto allo smart working (telelavoro), contengono infatti misure di protezione per i lavoratori con grave disabilità o con situazioni sanitarie di particolare rischio. E quindi persone con patologie oncologiche, con immunodepressioni, che hanno subito trapianti di varia natura e altro da cui derivi una fragilità fisica.

Se da un lato si impone alle aziende un intervento stringente di sorveglianza sanitaria su quei lavoratori (i cui effetti possono anche essere avversi), dall’altro lato il Legislatore non proroga ad esempio l’equiparazione delle assenze allo stato di ricovero ospedaliero già previsto dall’articolo 26 del decreto “cura Italia”.
Nemmeno viene prorogata l’estensione dei permessi lavorativi 104/1992 prevista prima dal decreto “cura Italia” e poi dal decreto “Rilancio”.

“Amareggia e non poco la constatazione che nelle trattative e nelle elaborazioni normative vi siano dei lavoratori di serie A e dei lavoratori di serie B. – commenta Vincenzo Falabella Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap –
Sorprende e stupisce il fatto che l’emergenza Covid sia estesa a tutti al 15 di ottobre, vi siano proroghe sulle disposizioni più disparate, mentre per i lavoratori con disabilità o per i lavoratori che assistono persone con grave disabilità l’emergenza sia di fatto finita il 31 luglio.
Ci auguriamo che il Parlamento provveda quanto prima a sanare questo paradosso anche se i tempi, non quelli tecnici ma quelli della capacità di sopportazione, ormai sono scaduti.”

 

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