Coronavirus, Zaia presenta nuovo piano sanità pubblica: «Eviteremo nuovo chiuso»

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La presentazione nel punto stampa di venerdì: Aspettiamoci una psicosi, perché chiunque avrà un po’ di influenza penserà di essere contagiato

Il governatore del Veneto ha presentato venerdì il bollettino della Regione Veneto sull’andamento dell’epidemia. Sono 1585 le persone positive al Coronavirus in più rispetto al 18 maggio in Veneto. 1342 i casi di isolamento in più, i ricoverati sono diminuiti da 541 a 111, con un calo costante. Nelle terapie intensive da 51 ricoverati si è passati solo a 9 casi dal 18 maggio ad oggi e i positivi sono 28  rispetto ai di quasi tre mesi fa. Da alllora i morti sono aumentati da 1803 a 2078. Dopo aver snocciolato i dati Zaia ha presentato il nuovo piano di sanità pubblica.

«E’ un piano elaborato da una Regione che ha gurdato in faccia il Covid e  sa di avere una squadra eccezionale e si basa su alcuni pilastri come: la prevenzione, la capacità diagnostica (la rete dei laboratori), l’assistenza sanitaria territoriale, i pronto soccorso, l’assistenza ospedaliera e i servizi informativi regionali – ha dichiarato il presidente della Regione – Abbiamo fatto investimenti per oltre 81 milioni di euro. In autunno le nostre terapie intensive passeranno da 494 posti a 840, da 85 a 663 le semintensive, le Malattie infettive arriveranno da 565 a 1085 posti letto. 1016 le postazioni in Terapia intensiva: sono pronte trasformando le semintensive in Terapie intensive nel caso di un ritorno del virus. Il tampone non è un’invenzione del Coronavirus, è vecchio come il Mondo. Noi li facevamo già in Veneto ma non così tanti. Abbiamo allestito Padova, Verona, Schiavonia e Treviso per portare a 32mila i tamponi potenziali al giorno, utilizzando anche la tecnica del “pooling” brevettata dal dottor Rigoli per ottimizzare l’uso dei reagenti». 

Per quanto rigurda i tamponi rapidi Azienda Zero ha fatto il bando per la manifestazione d’interesse. «Sono test utili per lo screening e continueremo a usarli anche nei prossimi giorni –ha aggiunto Zaia – Il tampone rapido sarà fondamentale perché avremo una nuova stagione influenzale. Ogni bimbo con febbre o influenza verrà tamponato dal medico di base. Io spero che il virus non lo vedremo, ma non sarà così purtroppo: davanti al ritorno della normale influenza andranno fatti comunque tutti i test per capire se queste persone hanno contratto il Covid o un altro tipo di virus. Altro pericolo è la West Nile: dovremmo fare l’analisi differenziale. Il vaccino anti-influenzale non sarà obbligatorio ma molto raccomandato. Centrali operative allertate 7 giorni su 7, l’infermiere di famiglia ogni 4 medici di base sarà la nuova figura che introduciamo. La biosorveglianza verrà implementata insieme alla mappatura del territorio. A tutto questo si aggiungeranno i controlli sulle comunità straniere presenti in Veneto.

Padova sarà confermata come laboratorio primario per la processazione dei tamponi. Il dottor Rigoli sarà il coordinatore generale delle Microbiologie del Veneto. Il virus di ritorno lo stiamo già avendo ma è arrivato in Veneto da fuori: veneti in vacanza in Spagna, dal Perù, da Malta, 8 ragazzi da Pag, altri da Corfù. Ognuno va in ferie dove vuole ma è innegabile che gli ultimi casi in Veneto li abbiamo avuti anche per questi rientri di vacanzieri in Veneto. Il virus entra da fuori dunque o perché entra da fuori o perché andiamo a prendercelo».

Intine Zaia ha specificato: «I 123 nuovi positivi dell’ex caserma Serena sono quasi tutti asintomatici. Domani supereremo quota un milione e 300mila tamponi. Il prossimo round di tamponi lo faremo il 12 agosto e immagino inizieremo ad avere un aumento dei casi negativi. Certo è che paragonare i casi e gli isolamenti del Veneto ad altre regioni che hanno fatto molti meno controlli è un’ingiustizia. Se non ci fossero stati i centri accoglienza non avremmo avuto tutti questi casi degli ultimi giorni». «Chi va in vacanza all’estero deve prestare la massima attenzione. Non è colpa dei Paesi stranieri ma è oggettivo che molti Paesi siano ancora molto più in emergenza rispetto a noi. In Belgio c’è una recrudescenza importante in corso. Andare in ferie in Italia sarebbe la soluzione più sicura ma a chi vuole a tutti i costi andare all’estero consiglio la massima prudenza».

 

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