“Conte non mantiene le promesse: mi ha invitato, poi è scomparso”

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Christian aveva chiesto un incontro a Conte durante una sua visita in ospedale. La promessa non è stata mantenuta

Il premier Conte e il suo governo non sembrano avere a cuore i tanti problemi che le persone con disabilità e le loro famiglie devono affrontare ogni giorno.

Nel decreto rilancio il governo ha infatti stanziato pochi soldi per i disabili che si trovano a lottare quotidianamente con barriere architettoniche che spesso impediscono loro l’accesso a molti luoghi. Christian Durso aveva sperato di poter parlare direttamente con il premier per cercare di esporre tutte le problematiche di coloro che hanno disabilità anche gravi. E credeva di poterlo fare, soprattutto dopo che lo scorso 29 novembre aveva incontrato per caso il presidente del Consiglio durante una visita all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Conte in quella occasione si era dimostrato molto disponibile a invitarlo a Roma per ascoltarlo. Da quel momento però più nulla. Sparito nel nulla.

La promessa mancata di Conte

Durso, 29 anni, è un ragazzo che certo non le manda a dire. Qualche giorno fa si era reso suo malgrado protagonista di un video, da lui stesso girato con il telefonino, dove un uomo aveva parcheggiato la sua auto in un posto per disabili e aveva poi insultato Christian e la madre che avevano espresso al guidatore le loro rimostranze.

In questo caso la delusione di Christian però è ancora maggiore: aveva davvero creduto di poter parlare a quattr’occhi con Conte.

Lo abbiamo contattato telefonicamente e ci ha spiegato che il premier aveva promesso di incontrarlo a Roma e di ascoltarlo dopo aver letto la lettera che il giovane gli aveva consegnato, nella quale denunciava carenze legislative che non rendono certo facile la vita di chi è disabile. Dopo aver capito che ormai non avrebbe più ricevuto quell’invito tanto atteso, ha pensato di scrivere un’altra lettera. Questa volta indirizzata direttamente al Presidente della Repubblica e al presidente della Camera Roberto Fico. Al centro della missiva destinata a Sergio Mattarella, un fascicolo aperto nella primavera dello scorso anno.

La crisi di governo cambia le carte in tavola

Nel fascicolo che era stato aperto su segnalazione di Durso a seguito di un suo esposto fatto al Presidente del Consiglio a marzo 2019 erano molti gli aspetti toccati, tra i quali il problema di uno “scivolo periziato ma risultato non a norma nel Comune di Anacapri”, come da lui stesso dichiarato a IlGiornale.it. Subito dopo, Durso venne contattato dell’architetto Battistoni, che lavorava con l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Zoccano, con deleghe alla disabilità, ai quali per competenza era stata sottoposta la questione.

Ma cosa può essere successo poi? E perché il fascicolo non è stato preso in esame? Chrstian non ha dubbi e ci spiega che, quandonell’agosto del 2019 ci fu la crisi di governo, la nuova alleanza giallorossa destituì Zoccano, e di conseguenza anche Battistoni che lavorava con lui. Il premier a quel punto trattenne lui stesso le deleghe sulla disabilità”. Ok, trattenne le deleghe, e cosa ne fece però dei tanti fascicoli aperti? Sembra proprio nulla. O meglio, Durso si rifece vive chiedendo a che punto era la sua pratica. Ricevette quindi un’altra telefonata da Battistoni.”Mi rassicurò nuovamente sul fatto che il mio fascicolo sarebbe stato riaperto e che avrei avuto una risposta in tempi brevi da Palazzo Chigi. Ma da allora niente. Con la nuova alleanza infatti molti fascicoli aperti nel primo governo sono stati improvvisamente bloccati”, ci ha spiegato il 29enne.

La lettera al Presidente della Repubblica

Nella lettera al Presidente della Repubblica, Durso ha sottolineato che”questo è inaccettabile, la Presidenza non può fare omissione di atti d’ufficio, non può abbandonare fascicoli, non può permettersi di fare promesse che non onora, non può tapparsi le orecchie. Non può abbandonare i propri cittadini con disabilità, che gli chiedono aiuto e gli segnalano pericoli per la pubblica incolumità ampiamente periziati da tecnici. Considerando che è il Presidente del Consiglio ad aver trattenuto le deleghe sulla disabilità ora non se ne può lavare le mani nei fatti” . Queste le parole di un ragazzo che non vuole lasciar perdere e chiede di essere finalmente ascoltato da chi ha il potere, e il dovere, di farlo.

 

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