Nel 1828 fondò a Domodossola la congregazione dell’Istituto della Carità (Rosminiani) per l’evangelizzazione e l’educazione, ma aperti a qualunque forma di carità. “Per Rosmini la carità ha tre dimensioni: spirituale, materiale, intellettuale”.
Don Antonio Rosmini è stato beatificato a Novara il 18 novembre 2007, sotto il pontificato di papa Benedetto XVI. I suoi resti mortali sono venerati nella cripta del Santuario del SS. Crocifisso a Stresa.
La sua memoria liturgica cade il 1° luglio, il giorno esatto della sua nascita al Cielo.
“Adorare, tacere, godere” è il suo testamento spirituale raccolto dall’amico Manzoni.
Il Rosmini ebbe un ricco scambio epistolare con Tommaso Pendola, educatore dei sordi a Siena.
Nel 1839 scrisse una lettera critica al Dott. Laveau di Orleans su un progetto di lingua dei segni per i sordomuti.
Tra l’altro vi “dimostra l’impotenza della lingua dei gesti a sostituire senza difetto la lingua vocale”.
Ipotizzò l’utilizzo della musica nell’educazione dei sordi.
P. Vincenzo Di Blasio