E’ Cynthia Pastor, abitante di Aulnay, nella banlieue di Parigi, a guidare in Francia la protesta contro l’obbligo di mascherine per i sordi: che – spiega – sono tagliati fuori dalla comunicazione e dagli scambi socali non potendo più leggere sulle labbra.
Cynthia Pastor, sorda anche lei e da sempre organizzatrice di battaglie per quelli che hanno la sua stessa disabilità, è molto preoccupata per i 300.000 sordi o audiolesi di Francia. “Si tratta di una nuova barriera che rischia di far impazzire i non udenti”, protesta Cynthia, giovane mamma che impartisce corsi gratuiti di lingua dei segni: “Sono i rari i sordi che parlano questo linguaggio – spiega a Le Parisien – adesso, per la maggior parte di noi, l’unica possiblità che resta è quella di leggere le labbra, o provare a farlo. Come faremo ora che tutti indosseranno la mascherina? Sui mezzi di trasporto, come faremo ad interagire con gli altri? Con il bigliettaio? Per prendere un appuntamento in banca, se l’impiegato porta la mascherina, che facciamo? E il postino? Come comprenderemo i poliziotti se ci fermano per un controllo? Ma anche al lavoro, con i colleghi?”.
“Bisogna mettersi nei nostri panni – spiega Cynthia – non farsi capire nella vita di tutti i giorni, non potersi spiegare, è esasperante, umiliante. Si finisce per sentirsi colpevoli di essere sordi. Cynthia Pastor, in tempi di Covid-19, ha deciso di uscire per quanto possibile accompagnata da Théo, il figlio, di 17 anni, che non ha problemi di udito e parla la lingua dei segni: “ma non potrà stare con me tutti i giorni, adesso rientrerà a scuola”, spiega la donna.
La Federazione nazionale dei sordi di Francia, che raggruppa 81 associazioni, conferma che “indossare le mascherine sarà un ostacolo grave” e annuncia di lavorare all'”omologazione di mascherine per la comunicazione con loro, trasparenti ma a norma”, praticamente come le altre ma con un’apertura plastificata per consentire di vedere le labbra.