TRENTO – “In seguito ad alcune segnalazioni, una delle quali riportata anche sulla stampa locale sotto forma di lettera da parte del genitore di una persona non udente, riferite all’accesso ai permessi mensili per assentarsi dal lavoro dedicati ai disabili” ha spiegato De Godenz “ho pensato di richiedere l’impegno della Giunta a procedere con una rapida e approfondita verifica, in piena collaborazione con le associazioni trentine rappresentanti i non udenti, del numero di sordi che nella nostra provincia, pur avendone necessità, si trovano a oggi impossibilitati a godere dei permessi mensili previsti dalla legge e 104 e quindi ad attivarsi, una volta verificatolo, per fare in modo che anche ai non udenti della Provincia Autonoma di Trento tali permessi vengano pienamente riconosciuti, colmando, se presente, ogni lacuna normativa in merito.

A quanto riportato, si sono verificate situazioni diversificate nelle quali, per fare alcuni esempi, cittadini sordi residenti fuori dalla nostra provincia ma in essa attivi a livello lavorativo usufruiscono dei permessi perché riconosciuti per legge in altre province, oppure, ancora, persone sorde che si sono trasferite in Trentino ma, avendo fatto domanda nelle rispettive zone di nascita o provenienza, si vedono parimenti riconosciuta l’applicazione in toto della 104, permessi compresi.

“Il rischio a questo punto” spiega De Godenz “è quello che chi ha sempre vissuto o vive da molti anni in Trentino si trovi discriminato e non possa godere degli stessi permessi e degli stessi diritti di chi magari viene da fuori e ciò non è certamente giusto”. Pertanto De Godenz ha presentato una mozione nell’auspicio di una pronta soluzione da parte della Giunta provinciale.

“Diritti e doveri devono essere i medesimi per tutti e spero di poter discutere la mia mozione in Consiglio il prima possibile in modo da fornire una concreta risposta a chi ne ha davvero bisogno” ha concluso De Godenz.

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Sotto si riporta testo completo della mozione

PROPOSTA DI MOZIONE

La presente mozione nasce in seguito ad alcune segnalazioni, una delle quali riportata anche sulla stampa locale sotto forma di lettera da parte del genitore di una persona non udente, riferite all’accesso ai permessi mensili per assentarsi dal lavoro dedicati ai disabili.

Nel nostro Paese, viene considerato soggetto portatore di handicap chiunque presenti i requisiti previsti dall’art. 3 della Legge n. 104/92, che individua due distinti livelli di “gravità” dell’handicap: l’handicap permanente non in situazione di gravità o l’handicap in situazione di gravità.

A seconda del livello di gravità dell’handicap e della loro concreta utilità per l’attenuazione dello svantaggio della persona, il cittadino disabile potrà poi fruire di benefici diversi.

Nel caso di riconoscimento dello stato di handicap in situazione di non gravità i principali sono: il diritto della persona assunta presso gli Enti pubblici alla scelta prioritaria della sede di lavoro e alla precedenza in sede di trasferimento qualora la stessa presenti un grado di invalidità superiore ai 2/3, il diritto di accedere alle agevolazioni fiscali previste dalle vigenti normative e quello a tempi aggiuntivi durante lo svolgimento delle prove nei concorsi.

Nel caso di riconoscimento dello stato di handicap in situazione di gravità, invece, i principali benefici eventualmente fruibili sono rivolti sia al soggetto lavoratore che ai genitori, parenti o affini del disabile.

Il soggetto lavoratore potrà chiedere, direttamente per sé di fruire di permessi lavorativi retribuiti e di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e di non essere trasferito senza il suo consenso in altra sede; inoltre, qualora sia contestualmente accertata la grave limitazione della sua autonomia deambulatoria, di accedere al Servizio di Trasporto .

Sono poi previsti specifici benefici dedicati a genitori, parenti o affini entro il terzo grado del disabile con un rapporto di lavoro pubblico o privato per prestare assistenza al soggetto stesso. Nel caso di figli minori di tre anni, è previsto, per i genitori, il prolungamento fino a tre anni del periodo di astensione facoltativa dal lavoro oppure la possibilità di fruire di due ore di permesso giornaliero lavorativo retribuito fino al compimento del terzo anno di vita del bambino; nel caso di figli o familiari di età superiore ai tre anni è prevista, per i genitori o per i parenti o affini che li assistano con continuità ed esclusività, la possibilità di fruire di tre giorni di permesso mensile anche in maniera continuativa purché la persona da assistere non sia ricoverata a tempo pieno, nonché la possibilità di scegliere, da parte del lavoratore che assista con continuità un soggetto handicappato, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio e il diritto di non essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede.

Ora, stando a quanto riferito da alcuni soggetti direttamente interessati, il beneficio dei tre giorni mensili di permesso, previsto nella legge 104 dall’articolo 3 al comma 3 viene riconosciuto agli invalidi sordi in tutta Italia ma non in Trentino, provocando in alcuni casi anche disparità di trattamento e di accesso ai diritti.

Inoltre, in una accorata missiva, riportata negli scorsi giorni dal quotidiano TRENTINO, un cittadino, direttamente interessato dal problema, ha infatti spiegato come, per fare alcuni esempi, vi siano cittadini sordi residenti fuori dalla nostra Provincia ma in essa attivi a livello lavorativo che usufruiscono dei permessi perché riconosciuti per legge in altre province, oppure, ancora, persone sorde che si sono trasferite in Trentino ma, avendo fatto domanda nelle rispettive zone di nascita o provenienza si vedono parimenti riconosciuta l’applicazione in toto della 104, permessi compresi.

A rimanere esclusi afferma sempre il cittadino, giustamente deluso e mortificato, rischiano pertanto di essere solo coloro i quali sono nati e sempre stati in Trentino o che vi risiedono da lungo periodo.

Ovviamente, appare lampante come tale ipotesi vada scongiurata e tutto quanto è possibilità del Consiglio e della Provincia vada attuato affinché non vi siano discriminazioni di alcun tipo.

E’ pertanto auspicabile che la Provincia Autonoma di Trento e, in essa, l’assessorato competente in materia di Salute e assistenza vogliano impegnarsi per sanare eventuali mancanze o non piene applicazioni della legge 104, attuando una pronta verifica e restituendo a tutti i cittadini presenti e attivi professionalmente in Trentino affetti da sordità le medesime possibilità e gli stessi diritti.

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Tutto ciò premesso, Il Consiglio provinciale impegna la Giunta a:

  1. procedere con una rapida e approfondita verifica, in piena collaborazione con le associazioni trentine rappresentanti i non udenti, del numero di sordi che nella nostra Provincia, pur necessitandolo, si trovano a oggi impossibilitati a godere dei permessi mensili previsti dalla legge 104
  2. attivarsi, una volta verificato quanto al punto 1. per fare in modo che anche ai sordi della Provincia Autonoma di Trento tali permessi vengano pienamente riconosciuti, colmando, se presente, ogni lacuna normativa in merito

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cons. Pietro De Goden

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