CORONAVIRUS E IL BAR: i numeri di un anno che si prospetta nero

La prima indagine sui cocktail bar italiani - realizzata dalla Guida BlueBlazeR - rivela che più della metà dei cocktail bar italiani prevede una perdita superiore al 50% del proprio fatturato nel 2020

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In tempi di Coronavirus la Guida BlueBlazeR ai Migliori Cocktail Bar d’Italia, app gratuita scaricabile al link www.blueblazer.it/app ha compiuto la prima indagine sulla situazione dei cocktail bar italiani correlata alla percezione del danno economico per la diffusione del Covid-19, per illustrare il drammatico quadro della situazione.

La Guida BlueBlazeR ha sottoposto ai locali presenti nell’edizione 2020, un questionario per fotografare l’attuale condizione del settore, stimarne le prospettive economiche e proporre possibili soluzioni, con un tasso di risposta dell’82,4%. Un’indagine ancor più innovativa, in quanto prima ricerca quantitativa specifica per il settore del cocktail bar, che includono cocktail bar, bistrot – restaurant, hotel bar e speakeasy, finora scarsamente rappresentato, in quanto considerato parte di macrocategorie nelle indagini statistiche precedenti.

Il dato più incontrovertibile mostra quanto l’emergenza del coronavirus pesi già adesso sul settore del cocktail bar, avendo la quasi totalità degli intervistati (99%) registrato segnali di crisi. In particolare, a preoccupare manager e proprietari sono, nell’ordine: canone di affitto delle strutture ( 70% degli intervistati); retribuzione del personale (67%); gestione dei fornitori (51%); oneri relativi a finanziamenti e mutui (45%).

Passando alle previsioni per l’andamento del settore per l’intero 2020, il 56% degli intervistati ritiene che subirà un calo superiore al 50% del proprio fatturato. In particolare, il 23% delle persone interrogate, prevede di subire un danno superiore all’80% del proprio fatturato.

L’indagine ha, inoltre, evidenziato alcune differenze relative alla percezione del calo di fatturato, sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista delle tipologie dei bar. Per descrivere al meglio la metodologia utilizzata per l’indagine, la Guida BlueBlazeR definisce “hotel bar” quei cocktail bar presenti all’interno di strutture alberghiere e “cocktail bar” i locali che fanno della vendita dei cocktail l’attività primaria o esclusiva. Analizzando nel dettaglio la situazione nelle due principali città italiane, Roma e Milano, emerge che il 90 % dei locali della Capitale stima di avere un calo tra il 21% e l’80% del proprio fatturato. Mentre, oltre la metà (55%) dei bar del capoluogo lombardo, immagina una perdita limitata fra il 21% e il 50% di fatturato.

Dal punto di vista di tipologia di bar, il 79% degli hotel bar stima un calo del proprio fatturato superiore al 50% (in particolare, il 32% superiore all’80%), mentre, il 77% dei cocktail bar prevede un calo compreso tra il 21% e l’80% (in particolare, il 48% limita la propria previsione di perdita tra il 21% e il 50%). Più in generale, il settore appare meno dipendente dal mancato afflusso turistico. Il 56% degli intervistati, infatti, quantifica l’apporto turistico al proprio fatturato, inferiore al 50%.

L’ultimo quesito dell’indagine chiedeva, attraverso una domanda aperta, quali possano essere gli interventi necessari per arginare la crisi. La quasi totalità dei manager e proprietari dei bar troverebbe necessario un deciso alleggerimento della pressione fiscale e un immediato accesso agevolato alla liquidità, premiando in particolare le società più virtuose o quelle che siano in grado di garantire la piena occupazione. Una delle proposte più condivise concerne la possibilità di favorire la produzione di distillati, vini, liquori e birre artigianali italiane, attraverso forme di riduzione delle imposte indirette. Un’altra delle risposte più frequenti, riguarda, infine, il riordino della regolamentazione del settore, anche atto ad arginare il lavoro sommerso.

I grafici e i dati completi dell’indagine sono pubblicati al link https://www.blueblazer.it/limpatto-del-covid-19-sulleconomia-del-bar/

Ufficio stampa
Carlo Dutto
carlodutto@hotmail.it

 

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